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Titolo: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Dom 21 Lug 2013 - 11:01
America Centrale 2013: “Yo soy italiano, no gringo”
Ciao a tutti. Quest’inverno, dando un’occhiata ai paesi dove non sono stato 8tanti purtroppo), mi è caduto l’occhio sull’America Centrale. Perché no mi sono detto: sarebbe comunque una zona nuova. Non mi dispiaceva nemmeno l’idea di potermi muovere per paesi in cui comunicare non sarebbe stata una grossa difficoltà: lo spagnolo è la lingua ufficiale in tutte queste nazioni.
Per prima cosa voglio spiegare il titolo del mio post. Ho costatato, fin dal primo giorno di viaggio in moto, che una volta chiarito il fatto che non ero un gringo, in altre parole made in USA, tutti erano più socievoli e gentili: il dubbio iniziale era dato dalla mia moto, un Kawasaki KLR 650. Magari niente di particolarmente impressionante in Europa, ma in quei paesi destava curiosità. Anzi, come in Asia, il fatto di essere italiano era un aspetto ben visto da tutti.
La prima idea di itinerario è stata prettamente di tipo”geografico”, come quando si parla di andare a Capo Nord, o in Russia. Avevo individuato un punto di arrivo per me molto interessante: Yaviza, nello stato di Panama, la città dove finisce la strada e inizia il tratto di foresta noto come Darien Gap, che separa Panama dalla Colombia.
Trovato il punto di arrivo, non mi restava che fissare quello di partenza. Come altre volte, tanto per ridere, ho messo assieme un qualche preventivo per spedire oltreoceano la mia Suzuki DR 350. Ovviamente il costo mi ha fatto immediatamente accantonare l’idea e quindi mi sono messo alla ricerca di un noleggio moto. In tutti gli stati, però, il noleggio della moto era vincolato al fatto che non sarebbe stato possibile uscire dai confini nazionali. Altra tegola, i prezzi del noleggio: tranne che per il Costa Rica (Honda 400) solo big motorbike…big per i miei standard, ovviamente. Dopo tanto cercare l’unica soluzione è stata questa agenzia di viaggi di Mexico City http://www.mxmotoadv.com/ , il cui titolare, Oscar, mi conferma che può noleggiarmi una moto e procurarmi i documenti per viaggiare al di fuori del Messico…la possibilità più “economica”, però è un Kawasaki KLR 650 da 75$/giorno= 57 €/giorno . Coi 24 giorni in sella a cui pensavo erano già 1368 €, solo per la moto. Diventava anche complicato come tempistiche l’andata e ritorno da Mexico City a Yaviza e ritorno. Brutalmente Google Maps dà 3538 km per l’andata- 7076 km totali, facendo il medesimo percorso senza la minima deviazione. Un attimo arrivare a 8000, cioè 333 km/giorno, che magari non sono tanti, ma non sapevo se, con un giorno di sosta, avrei poi trovato strade che avrebbero permesso percorrenze superiori ai 600 km. Andare e tornare avrebbe anche comportato attraversare oltre 10 volte una frontiera: quando cambi stato, come puoi prevedere quanto tempo ci metterai ? A fronte di tutti questi “svantaggi”, però c’era il costo del biglietto aereo: con partenza da Bologna (comodissimo per me che sono di Modena) Iberia aveva delle a/r sui 600 euro, anche per il fatto che il periodo da me scelto era l’inizio dei tornado e delle piogge, ma si sarebbe trattato di un paio di ore al giorno, più o meno, mi aveva scritto Oscar. Volare dall’Italia su Costa Rica, Nicaragua o altri stati dell’America centrale, costava anche oltre il doppio. Alla fine mi sono deciso: sarei partito da Città del Messico, arrivato sino a dove avrei potuto e poi tornato indietro. Per vari motivi, tra cui una caduta in Guatemala, qualche diluvio ben oltre le due ore e traversie varie alle dogane, ho messo insieme questo percorso.
Sicurezza: è pericoloso spostarsi in quei paesi ? Dalle statistiche si direbbe proprio di si.
Cito solo questo articolo che come parametro considera il numero di omicidi sul numero di abitanti e stila una graduatoria delle 50 città (o zone metropolitane) più pericolose del mondo. Io questo articolo l’ho poi trovato quando sono tornato
Io sono passato e talvolta ho dormito in alcune di queste e precisamente
N° 47- Cuernavaca ( Messico- stato di Morelos)
N° 20 San Salvador ( El Salvador)
N° 12 – Guatemala (Guatemala)
N° 5 – Districo Central (Honduras)
N° 4 – Acapulco (Messico) .. e quando l’ho letto
N° 1 – San Pedro Sula (Honduras): qui pensate siamo a 719,447 abitanti e 1143 omicidi l’anno
Immagini come queste (digitate Mexico Policia o Hoduras Policia o qualunque altro stato e vedrete che internet è pieno ) le vedete in ogni città appena un poco grande
Io solo una volta ne ho scattate alcune: mi era stato detto che militari, poliziotti e sicurezza privata potrebbero innervosirsi a venire fotografati. Il fatto è che diventa normale vedre persone con giubbotto antiproiettile e fucile a pompa a doppia canna di guardia ad una pasticceria o un fast food. Alla fine non ci si fa più caso. Ho però una mia regola per questi posti. Al mattino i malintenzionati dormono: hanno lavorato tutta la notte. Primo pomeriggio si svegliano e iniziano a pianificare la giornata e verso sera si mettono all’opera. Quando la luce iniziava a calare cercavo sempre da dormire e se ero vicino a una città grande la saltavo, cercano i pueblos, paesini da 3000 abitanti o giù di lì. Qui si fa davvero fatica ad avere dei problemi. Chiedendo negli alberghi era sempre possibile farsi un idea della situazione. Devo dire di non essermi mai trovato in una situazione che avrebbe potuto degenerare, però ho sempre prestato molta attenzione. Come in El Salvador. Volevo andare a visitare un parco naturale El Imposible. Bisognava percorrere circa 40 km di sterrato, deviando dalla strada nazionale. Quando ho chiesto indicazioni, un signore me lo ha sconsigliato. I turisti (in alta stagione) ci vanno, ma con la scorta armata. La strada era in mezzo alla foresta, difficoltosa per le piogge e zona di oprazione delle pandillas le gang sud americane. Io mototurista da solo ? Bersaglio perfetto: poiché era bassa stagione, non trovando tour organizzati, ho proseguito.
Ho seguito un corso base di spagnolo per 3 mesi, per riuscire a curare un poco la pronuncia e cercare di seprimermi con un minimo di grammatica
Due le cartine stradali usate
due anche le guide: da anni ormai mi sono orientato sulle Footpriint e l’America centrale è disponibile anche tradotta in italiano
poi la guida della mia collana, la Jump To…che quest’anno ha festeggiato il decennale
Sono partito il 19/05/13 e tornato il 15/06/13 In tutto ho percorso 7328 km Spese • Noleggio moto -------------------- 1368 € • Volo Italia-Messico a/r----------- 597 € • Vitto,alloggio,benzina ecc…---- 1350 €
Per nessuno dei paesi attraversati era necessario il visto. Inizialmente mi ero orientato sul noleggio di un Suzuki DR 600, ma due settimane prima di partire Oscar mi dice che la moto è tornata seriamente danneggiata dall’ultimo noleggio e che la possibilità di darmi un Suzuki DR 200 è svanita, perché non riuscirebbe a fornirmi i documenti per uscire dal Messico. Non mi è rimasto altro che la Kawasaki KLR 650: pazienza. Durante una conversazione telefonia (skype ovviamente) gli suggerisco uno stratagemma per facilitare il passaggio delle frontiere. Preparare un fittizio contratto di vendita della moto, in modo che alle dogane il mezzo risulti di mia proprietà. Grosso modo è il trucchetto che usano in India, dove eccetto che a Mubai (mi sembra) il noleggio delle moto ai turisti è vietato. Io nel 2010 firmai un contratto di acquisto della Royal Enfield, in cui il venditore si impegnava poi a ricomprarla ad un prezzo minore: la differenza(guarda caso) risultava uguale alla somma del noleggio. Sono partito da Bologna con un bagaglio a spalla di 9 kg e una borsa da 12 kg spedita.
arrivo a Città del Messico alle 5 di mattina, prelevo dei pesos e che mai ci vorrà per arrivare al mio ostello: http://www.hostalamigo.com/es/hotel/1-hostal-amigo ? In posizione centrale (a due passi dalla Plaza Maior El Localo) è comodissimo da raggiungere con la metropolitana…già se però vai nella direzione giusta. Io inizio con quella opposta, poi rimedio, ma ormai è l’ora in cui si muovono tutti e la lotta per conquistare e difendere il posto nel vagone della metropolitana è all’ultimo sangue
sono all’ostello verso le 8 di mattina del 20 maggio, giusto in tempo per la prima colazione (inclusa nei 10,5 € a notte)
nella mia camera dormono ancora tutti e quindi appoggio i bagagli ed esco subito per un primo giretto, andando allo Zocalo
nella piazza, da un paio di mesi, c’è un comitato di protesta degli insegnanti del Messico: il presidio con tanto di tende e mensa ospita a rotazione gruppi di insegnanti provenienti da tutto il paese. Protestano per il basso salario e per le condizioni delle scuole.
dall’altra parte della piazza c’era invece il comitato di protesta degli anziani contro il rincaro delle medicine
forse avrei dovuto organizzarne uno io contro gli alti costi del noleggio delle moto in Messico
Verso le tre del pomeriggio riesco ad incontrarmi con Oscar (finalmente vedo che esiste) e tiro un sospiro di sollievo per l’anticipo a suo tempo versato. Viene con la moto (è imponente) e mi dice che riesce a darmela martedì. Oggi è domenica, userò lunedì per visitare Città del Messico
trovo una catena di supermercati Chedraui a basso prezzo e vado a fare un poco di spesa per la cena di stasera e i pasti di domani
le strade che portano al supermercato sono un susseguirsi di bancarelle di cibarie e di pollerie: mai viste tante una di seguito all’altra
che altro avrei potuto preparare per cena se non il pollo ?
Lunedì 20 maggio
Assorbo il fuso orario alzandomi alle 6,30 e sono il primo per la colazione
La mia idea iniziale era di partire dal Costa Rica o dal Guatemala e il Messico nella mia guida dell’America Centrale non era compreso. Ho comunque la mia Jump To e un paio di idee per oggi. Una è Plaza de Las Tres Culturas dove l’esercito messicano, nel 1968 , durante i giochi olimpici sparò sugli studenti http://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Tlatelolco e l’altro è lo stadio Azteca teatro della partita del secolo nel 1970, Italia-Germania 4-3
poi qualcosa da vedere lo troverò.
Il primo posto lo raggiungo a piedi, sono meno di 4 km dall’ostello
questa è la piazza del massacro e poi il monumento a memoria dei caduti
mi torna in mente quando andai a Piazza Tien An Men a Beijing, le stesse impressioni: una piazza, delle persone, pallottole e morti ammazzati. Le idee hanno fatto e sempre faranno paura alle dittature, che però, alla fine, sempre sono cadute.
Raggiungere lo stadio Azteca è invece un poco più laborioso, ma posso contare sulle dettagliate mappature gps inserite nella mia guida Jump To…davvero si potrebbe andare a occhi chiusi
oltre alla metropolitana, bisogna anche prendere un treno locale detto Tren Ligero
nulla di complicato, se non fosse che la macchinetta automatica mi prende i soldi, ma non mi da il biglietto: gentilissimo uno dei controllori mi scrive a mano un lasciapassare valido per il ritorno, dicendomi di fare il suo nome al personale quando dovrò tornare.
lo stadio Azteca è imponente, del resto è il terzo al mondo con oltre 100.000 posti a sedere.
la targa ricordo della sorica partita Italia-Germania Ovest 4-3 del 1970
la statua dedicata al tifoso all’interno dello stadio
a fine pomeriggio mi sono incontrato con Oscar che mi ha consegnato la moto, spiegandomi l’uso del compressore da usare in caso di foratura, dopo aver immesso una pasta sigillante all’interno della ruota
insieme ritorniamo all’ostello per definire tutti i dettagli del noleggio e mi consegna un fittizio documento di vendita: non c’è la vidimazione del notaio, ma chi volete mai che ci guardi ?
Le borse laterali e il bauletto sono un po piccoli e quindi rinuncio a tenda e sacco a pelo, oltre alla felpa pesante: farà caldo mi dice Oscar: magari viaggiando di notte in montagna potrei sentire un poco di freddo, ma non intendo spostarmi col buio: ho già fatto l’errore in Africa e mi basta.
finito
il proprietario dell’ostello, gentilissimo, mi lascia parcheggiare la moto nell’ingresso
mercoledì 22 maggio
siamo alla partenza
Il traffico del Centro America mi da subito il benvenuto con una sportellata di auto sul bauletto di sinistra, mentre inizio a districarmi per prendere la direzione verso ovest. Benvenuto biker italiano: meglio fermarsi per la colazione
come prima tappa della mia vacanza ho scelto Palenque, un sito archeologico Maya nello stato del Chiapas: quasi 1000 km da Mexico City, perciò ci avrei messo una tappa in mezzo, che alla fine sarebbe risultata essere Sayula De Aleman, cittadina di oltre 30.000 abitanti e nominata su wikipedia http://es.wikipedia.org/wiki/Sayula_de_Alem%C3%A1n_%28municipio%29
i ristoranti tipici abbondano lungo la strada
caldo infernale e la moto inizia a borbottare, perde colpi: vacca boia di già ? Esco in un paesino ma trovo solo un meccanico per auto. Mentre vado a cercare un meccanico per moto, il Kawasaki si riprende. Mi era stato detto di mettere solo benzina ad alto numero di ottani (maledette moto sofisticate) e poi da un benzinaio mi accorgo che qui la rossa è più raffinata della verde: il contrario di come era una volta in Italia. Rifacendo il pieno con la super le cose migliorano. Mi sorge un altro dubbio quando in una città vedo ceh l’indicatroe del refrigerante, a basse velocità, va ben oltre la metà del livello. Un meccanico mi tranquillizza: tutto a posto, oggi ci sono 45° e andando piano è normale.
è il tramonto e arrivo a Sayula De Aleman: da un negozio mi indicano un motel barato (economico)
Al motel Leňa Loca (La legna pazza) mi danno la camera, ma non la chiave e mi dicono di non preoccuparmi: vabbè sarà un posto tranquillo o comunque sorvegliato. 150 pesos ( 9 €) la singola con bagno privato e ben 2 canali televisivi visibili !
Sono a circa 4 km km dall’incrocio principale: vado a piedi, è tutto il giorno che sto in sella…però a fine giornata anche 4 km si fanno sentire
tornando indietro una baracchina mi prepara (credo9 del guanciale fritto di maiale, ma non ne sono sicuro
torno all’albergo e trovo la porta chiusa a chiave. Vedi che la “security” interna non dorme. Vado a chiedere la chiave, ma mi dicono che non me la possono dare. “Mi venite allora ad aprire ?”. Non ce n’è bisogno mi spiega il proprietario: devo solo tirare la finestra scorrevole della camera e quindi arrivo alla maniglia della porta e la giro facendo scattare la sicurezza. Perfetto, posso dormire tranquillo.
Ultima modifica di momi20 il Mar 13 Ago 2013 - 19:39 - modificato 1 volta.
Tittia Utente Esperto
Numero di messaggi : 305 Data d'iscrizione : 28.05.12 Età : 35 Località : Ploaghe (SS)
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Dom 21 Lug 2013 - 13:32
Grande Momi!! ti leggo sempre con immenso piacere! resto in attesa del seguito..
figaro Utente Esperto
Numero di messaggi : 1306 Data d'iscrizione : 16.10.08 Età : 70 Località : Roma
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Dom 21 Lug 2013 - 18:21
ehilà non riesci proprio a star fermo eh facci sognare anche questa volta!?
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Prima di partire mi fermo un attimo davanti a una piccola statua votiva davanti all’albergo e prego che tutto vada bene. Detto fatto noto per terra la macchia d’olio che avevo visto anche ieri. La mia prima ipotesi che il meccanico del noleggio avesse messo troppo olio crolla. Sto perdendo olio. Sulla cartina vedo la città di Villahermosa, mezzo milione di abitanti e capitale dello stato di Tabasco: vuoi che non ci sia anche il concessionario ufficiale della Kawasaki ? Sono poco più di 200 km, mi ci fermo a mangiare e risolvo quella che sarà una cretinata…speriamo.
La città è grande , ma lungo la circonvallazione vedo un bel negozio della Yamaha. Il meccanico, gentilissimo, mi spiega come arrivare al concessionario Kawasaki: lui preferisce non mettere le mani su una moto che non conosce.
sorpresa: è il concessionario ufficiale della Ducati. Niente da ridire, perfino l’aria condizionata
il meccanico però non ha tempo e il titolare mi indirizza in una officina vicino, che collabora con lui: il nome mi rassicura
il meccanico è una furia: guarda individua subito il problema e inizia a smontare il motore. Un piccolo diavolo della Tasmania
il problema era una guarnizione consumata, ma il motore è così sporco, che credo il meccanico di Mexico City abbia controllato davvero poco la moto. Pazienza.
il meccanico esce e riesce a trovare il ricambio originale: 3 orette e il problema è stato risolto
posso ripartire, dovrei arrivare a Palenque prima del buio
adesso è bassa stagione e non c’è il minimo problema per trovare una camera. I prezzi migliori sono nel centro città di Palenque: più ti avvicini alla zona del sito Maya ( 5 km) più crescono i prezzi.
Palenque è organizzata per accogliere numeri importanti di turisti e quindi si trova di tutto: banche, palestre, ristoranti, negozi per lo shopping
io noto una specie di concorso di una scuola alberghiera
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
e come diceva il conte Mascetti via di rinforzino, che qui a Palenque è una pannocchia
venerdì 24 maggio
Stamattina vado a visitare il sito archeologico di Palenque, che apre alle 7,30 am
ci sono anche gli alberghi con i bagni termali
Col fatto della bassa stagione e arrivando all’apertura, si ha davvero la possibilità di visitare il sito nella tranquillità più assoluta e finalmente vedo dal vivo delle testimonianze della civiltà Maya. Mi fa sempre un poco di impressione camminare in posti che ho sempre e solo visto in documentari.
Se desiderate qualche informazione http://it.wikipedia.org/wiki/Palenque io posso solo mostrarvi qualche foto
davvero è molto presto: solo adesso i venditori di souvenir iniziano a sistemare gli oggetti
verso l’una mi dirigo all’uscita
Inizio a pensare al mio primo passaggio di frontiera per entrare in Guatemala. Poiché uno dei miei punti fermi (qualcuno poi salterà lungo il percorso) era il sito di Tikal, in Guatemala avevo pensato di attraversare il confine a Frontiera Corozal, dove delle lance portano i turisti attraverso il fiume. Nel caso le moto non siano troppo pesanti è possibile caricare il mezzo: diciamo che il mio Kawasaki iniziava ad essere un poco al limite, ma fattibile.
questi contadini del Chiapas fanno parte di una coperativa, che è proprietaria dei terreni che coltivano
per pranzo, questa “polleria” vicino ad un check point mi sembra perfetta
col proprietario
il posto di controllo
questa è una foto particolare
è l’ultima della vacanza con la giacca antivento comprata per il Vietnam. Ad un successivo posto di controllo uno dei militari mi fa notare che ho il bauletto di sinistra aperto. Prima di partire, con oscar, avevamo dovuto fissare la serratura del bauletto cambiando una coppiglia. In centro America i dossi per rallentare i veicoli sono onnipresenti: a forza di dai e dai era saltata via la serratura. Questi cartelli sono ovunque
torno indietro per una decina di km ma niente. Un antipioggia da 30 €, però era quello del Vietnam: pazienza, speriamo almeno lo abbia trovato qualcuno che ne ha bisogno. Con una corda elastica fisso il bauletto e riparto
a Frontiera Corozal arrivo prima delle 4 pm e il posto di frontiera è una pura formalità: all’ufficio nemmeno guardano i documenti della moto.
Avevo fatto benzina da un privato, che mi chiede se devo passare il fiume. Per 200 pesos ( 12€ ) mi porta con la moto sulla sponda del Guatemala: ok, troverò poi da dormire.
Attraversare il confine sulla lancia è uno spasso
e siamo in Guatemala
una salita e si trova la strada, svoltare a destra e poi dritto
quando arrivo ad una specie di paesino inizia a piovere e metto la moto al riparo
di fronte un piccolo bar/ristorante. Bevo qualcosa e ne approfitto per cambiare dei dollari in Queztal, la moneta locale. I tassi di cambio li avevo segnati e il rincaro che talvolta viene messo è davvero minimo: talvolta conveniente rispetto a quello delle banche. Mi era già capitato in Uzbekistan. Mi sono fermato anche per il fatto che che il vento non scherza e i rami degli alberi volano davvero: in auto sono magari due segni sulla carrozzeria, ma in moto potrebbe rivelarsi un serio problema Infatti
inizio a prendere confidenza con la guida del Kawasaki sullo sterrato , anche se travolgo un maialino, che però dopo il colpo preso dal paramotore si rialza.
dopo oltre un’ora di transito “illegale” in Guatemala finalmente il posto di frontiera
piccolino e …incompleto. Qui è solo immigrazione, non dogana, quindi non possono prepararmi i documenti per l’importazione temporanea della moto. Nessun problema mi dice l’ufficiale: lo sanno tutti che entrando con la moto da Frontiera Corozal esiste questyo problema. Alla prima città vado in un ufficio della SAT (ufficio circolazione) e sistemo tutto. I documenti di importazione sono indispensabili: dopo il Guatemala intendo andare in Belize e non riuscirei ad entrare senza i documenti in regola.
Verso sera arrivo a San Benito e sono a meno di 70 km dal parco di Tikal. Domattina regolarizzo i documenti della moto e poi vado a visitare il sito archeologico…quando uno programma tutto, non ci sono mai problemi. Grosso modo ho fatto questo percorso dal fiume a San Benito
L’hotel Imperial 2 (evidentemente una catena alberghiera) va benissimo 50 Quztal ( meno di 5 €)
cena
dopo cena: spettacolo musicale religioso in una delle rotonde del paese
Ventresca Utente Esperto
Numero di messaggi : 1102 Data d'iscrizione : 02.01.11 Età : 56 Località : Roma
accidenti ma sei davvero incredibile complmenti tutto pianificato e studiato a tavolino!! e hai capacita' di adattamento (moto diverse lingue diverse burocrazia eccetera) davvero invidiabili!!
grazie di condivederle con noi!!
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Mar 23 Lug 2013 - 14:18
Sabato 25 maggio
Al mattino sono immediatamente dall’ufficio SAT
è chiuso, ma vedo degli impiegati della banca che stanno aspettando l’apertura delle 9. Poco male. Dopo le nove però è ancora chiuso…vacca boia ! Oggi è sabato, domani domenica: devo aspettare lunedì. E se mi ferma la polizia ? Io non ho i documenti di importazione per la moto della dogana. Ho la foto però dell’immigrazione e il visto sul passaporto. Certamente riuscirò a spiegare il tutto: bisogna crederci. In fondo poi posso raggiungere in meno di un oretta Tikal, visitarmelo con calma, poi cercare da dormire in riva al lago e passare una domenica tranquilla, cercando qualcosa da fare. Alè tutto risolto. Via verso Tikal
il lago è davvero bello. Poi mi viene in mente che posso anche usare la domenica per cercare una giacca antipioggia: la mia è rimasta in Messico. Ci sono parecchi paesini lungo la riva del lago e in bassa stagione l’alloggio non sarà certo un problema. Improvvisamente mi ritrovo,però, in una di quelle situazioni che le mie capacità di pilota è meglio non debbano fronteggiare. Strada sgombra, tempo perfetto, sento un rumore sordo dietro la moto. Qualcosa gratta: “Che diavolo succede ?” La moto ondeggia e io inizio a urlare, la moto cade striscia, io striscio di lato con lei e stavolta urlo perché l’asfalto mi sta grattugiando. Porca boia sono per terra, fermo, ma grattugiato sotto la moto. Grazie alle protezioni riesco ad uscire. Arrivano dei contadini che stavano lavorando a bordo della strada e mi aiutano a rialzare la moto. Mi bruciano il braccio destro e il ginocchio destro. Subito provo a riavviare la moto: parte immediatamente. Solo qualche segno, ma non capisco cosa sia successo. Oltre a tutto la ruota davanti si è afflosciata
La strisciata
la moto
io
si ferma una signora in auto e gentilissima, telefona ad un meccanico di un paese vicino Ok posso medicarmi immediatamente col mio kit di pronto soccorso, e ho anche gli antibiotici. Fratture nulla, solo un bel buco nel ginocchio e due grattugiate sul braccio. Dov’è il kit ? Ahh già nel bauletto di sinistra, perché però non lo trovo ? semplice, il bauletto di sinistra era quello che aprendosi aveva fatto uscire la giacca antipioggia. Qualcuno in Messico starà usando i miei medicinali e potrà anche ripararsi dalla pioggia. Ho solo un poco di acqua. Si è anche rovinata la t shirt a manica lunga comprata in India nel 2010: un disastro.
Arriva il meccanico e in un amen carica la moto sul camioncino
prima però bisogna pensare a medicarmi e mi portano da una farmacia al primo paese: sono fortunato, il farmacista è uno studente di medicina (speriamo in corso e con buone votazioni)
Solita manfrina: ti metto un disinfettante che non brucia. L’inferno esiste e quando le acque dell’oltretomba non bruciano, probabilmente si adopera questo liquido del Guatemala
si sono anche rovinati i jeans da viaggio
andiamo a depositare la moto dal meccanico e finalmente capisco cosa è successo: una delle saldature del telaio del bauletto di destra (vedi foto precedente) ha ceduto e la borsa è finita sotto la ruota posteriore, causando lo sbandamento e la caduta. Uno dei figli del meccanico può accompagnarmi a San Benito e io scelgo di andare all’ospedale pubblico, piuttosto che nelle cliniche private. Attaccata a San Benito c’è la città di Flores punto di partenza per le escursioni sulla laguna di Peten e qui, data l’alta ricettività turistica, le cliniche abbondano. Però, mia mamma è stata infermiera: perché mai in un ospedale non dovrebbero essere in grado di medicarmi e darmi due punti sul ginocchio ? Inoltre avrei l’opportunità di sperimentare l’assistenza medica del centro America: un occasione unica. Poi è sabato, chi vuoi mai che ci sia al pronto soccorso ? Peggio che all’ipermercato con gli sconti del 60% sulla telefonia. Il figlio del meccanico fa la coda per me all’accettazione e io mi siedo nella sala d’aspetto assieme a tante altre persone. Ci sono mamme, bimbi anziani, uomini e altri componenti famigliari che aspettano nel cortile. Forse è come tornare in italia all’inizio degli anni 60, quando magari per andare all’ospedale, non era poi così semplice, anche solo per lo spostarsi. Dopo una mezz’oretta un dottore mi fa accomodare in una delle sale di visita, che sono poi ricavate con dei tendaggi che separano le varie zone. C’è una signora con una gamba gonfia sull’altro lettino. Spiego cosa è successo. Il dottore mi dice che prima mi disinfettano, danno i punti e poi mi manda a fare le lastre. Io gli dico che non credo di avere delle fratture, in quanto muovo tutti gli arti. Mi da una risposta da manuale: “Anch’io seňor credo che non abbia fratture, ma credere non è la parola guida della medicina: lei va a fare le lastre”. Zitto e pedalare. Viene un’infermiere a disinfettarmi e mi tranquillizza dicendomi che non brucia: lo so, gli rispondo. Solo un poco visto che è alcool allungato con acqua. Come faccio a saperlo mi chiede ? Gli indico un infermiera e gli spiego che mia mamma faceva quel lavoro e una volta per risparmiare, si faceva così: tanto per pulire e disinfettare va bene anche diluito. Una volta pulite le ferite il dottore mi cuce il buco.
poi via a fare i raggi
il macchinario non è dei più moderni, ma funziona ottimamente
alla fine il responso è positivo: niente fratture. Mi da la ricetta per antibiotici, antidolorifici e antinfiammatori: fra 8 giorni potrò togliere i punti. Probabilmente lo dovrò fare in un altro stato. Esco e scopro che l’assistenza medica è gratuita per tutti: turisti compresi.
Mentre torniamo all’officina ci fermiamo un attimo da un supermercato economico MegaPaca e cerco una tshirt a maniche lunghe e una giacca per vento e pioggia. Ok la prima, la giacca, se tiene il vento, è già grasso che cola. Anche un berretto. Zoppico, ma riesco a fare i gradini. Improvvisamente, all’interno del magazzino, si sente un rumore assordante e vedo tutte le file dei vestiti che iniziano a muoversi, dei vestiti da sposa proprio volano via. Ok l’aria condizionata, ma qui si esagera. Poi capisco: è scoppiato un nubifragio, improvvisamente. Si fa fatica a vedere i marciapiedi dall’acqua che viene giù e il vento fortissimo entrando nel magazzino ha creato dei vortici. Vengono subito chiuse le porte, ma il rumore della pioggia è impressionante. Mi tornano in mente le parole di Oscar in Messico. Se inizia a cadere dell’acqua in questa stagione, fermati il prima possibile: e penso a cosa potrebbe fare un pezzo d’albero portato da un vento del genere su un motociclista.
dopo un ora tutto finisce, ma il mio autista mi dice che talvolta capita anche 2 o 3 volte al giorno in questa stagione. Mhh inizio a pensare che forse il mio itinerario andrà rivisto. Torno dall’officina, pago per i passaggio in ospedale e per le riparazioni. La moto è a posto adesso. Saldato il supporto (prima non era stato saldato bene, solo un semplice punto) e riparata la ruota…il pneumatico aveva comunque una pezza non ben fissata.
Il meccanico mi chiede se sono in grado di guidare la moto. Provo a salire: devo solo stare attento ai punti, ma per fortuna è il ginocchio destro: giusto per frenare. Quello che mi serve sano è il sinistro, per cambiare marcia. Lo seguo in moto fino a El Ramate, un paesino sul lago e mi trova un albergo per 40 queztal (meno di 4 euro). Vicino c’è un alimentari che vende il ghiaccio, impacco e via con le medicine. Verso le sei del pomeriggio, decido di usare la domenica come giorno di degenza e di visita al sito archeologico di Tikal. L’albergo di fianco al mio vende i biglietti del pulmann per domattina alle ore 6,00 am e ritorno alle 15,00.
Torno a letto e poi verso sera esco a mangiare. Ginocchio gonfio, ma operativo e il dottore mi ha detto che posso piegarlo anche coi punti.
torno in albergo e so che dormirò tranquillo, visto che sono l’unico ospite. Ci sono cuscini in abbondanza e riesco quindi a fissare al meglio la gamba sinistra col ghiaccio. A parte i punti mi sembra di avere solo delle botte, come dopo le partite di football americano: ok, a questo ci sono abituato. Vorrà dire che domani zoppicherò in giro per Tikal, amen.
Vixt Utente Esperto
Numero di messaggi : 3559 Data d'iscrizione : 23.06.08 Età : 49 Località : Sassari
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Ven 26 Lug 2013 - 5:25
Che belli i tuoi racconti Momi!
Spero che ormai le tue ferite siano a posto. Non vedo l'ora di leggere delle prossime tappe.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Ven 26 Lug 2013 - 13:21
Vixt ha scritto:
Che belli i tuoi racconti Momi!
Spero che ormai le tue ferite siano a posto. Non vedo l'ora di leggere delle prossime tappe.
Si a posto...sono solo un poco incasinato col lavoro e a parte il weekend non ho molto tempo da dedicare al report.Mi impegnerò
momi20 Utente Esperto
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Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Ven 26 Lug 2013 - 20:59
Domenica 26 maggio
Il pulman per Tikal è alle 6,00 am: mi sveglio presto e alle 5,15 sono già pronto. Fuori è ancora buio e non c’è nessuno in giro. Arriva un tizio e si mi dice che il pulman parte da qui. Mi appisolo dal marciapiede. Alle 6,10 niente. Eppure qualche mezzo inizia a girare. Alla fine chiarisco tutto: il fuso orario del Guatemala è indietro di un ora rispetto al Messico. Infatti poco dopo le sei il pulmino arriva. Siamo in tutto 5.
Prima delle sette siamo al sito di Tikal
all’ingresso compro una mappa con le figure dei monumenti
poi prendo il primo sentiero indicato e cammino…anzi zoppico verso i primi monumenti la piazza principale è qualcosa di imponente e sono da solo: me la posso godere a pieno
come nota aggiungo che le distanze fra le varie zone della città di Tikal sono abbastanza lunghe, ma se avete fatto una scivolata con grattugiata e bucato un ginocchio, vi sembrano infinite. Verso le nove e mezza, mi distendo sopra a dei gradini belli freschi, abbasso la visiera del berretto e mi appisolo. Quando mi sveglio sono le undici. Comunque mi rimetto in marcia. Oggi riesco già a piegare abbastanza il ginocchio e domani con un poco di attenzione dovrei riuscire a guidare la moto.
Ad Angor Wat, in Cambogia, la iungla e gli alberi, letteralmente avvolgono i monumenti, mentre qui a Tikal, ogni tanto, si aprono delle radure e le costruzioni ti appaiono nella loro interezza.
dopo una sosta per bere, vedo le indicazioni per il tempio IV: ne ho già visti parecchi e questo, paer andarci ha pure una serie di scalinate in legno abbastanza pendenti. Vedo i turisti che scendono e si vede che è una sfacchinata…per uno mezzo zoppo. Pazienza. Inizia il mio piccolo calvario. Mi appoggio ai corrimani e limito l’uso del ginocchio destro. Sono oltre 180 quei maledetti gradini, ma arrivato in cima la vista è mozzafiato Dal mezzo della foresta sbucano le cime di due piramidi: incredibile.
alle due del pomeriggio c’è il rientro a El Ramate. Alle 4 mi metto a letto, dopo aver preso antibiotici e antinfiammatori come ha prescritto il medico
Rimetto il ghiaccio e verso fine pomeriggio va già meglio. Esco e vado a fare una zoppicata fino al lago e mi imbatto in una scena qui quotidiana, ma per noi turisti forse un poco singolare. Ci sono alcune famiglie: i bimbi giocano in acqua, le mamme fanno il bucato e i papà lavano le auto o i pickup
Alla sera torno dalla chiesa a mangiare le empanadas.
Lunedì 27 maggio
Mi ci vuole oltre un ora per caricare la moto, ma alla fine sono pronto
Riconsidero il mio itinerario. Avevo pensato di entrare in Belize e poi trovare un passaggio su di un ferry per l’Honduras. Però non ho avuto risposte dalle compagnie di navigazione delBelize e arrivare per poi magari dover aspettare qualche giorno per imbarcarmi non è una bella prospettiva. Decido di saltare il Belize e di andare via terra in Honduras.
Prima è necessario andare alla SAT per regolarizzare l’importazione della moto. All’ufficio di San Benito non possono: bisogna farlo alla frontiera. Si ma io come faccio a farlo uscendo alla frontiera se non ho fatto l’ingresso del mezzo. Magari esco, ma poi mi fermano al paese seguente. Mi suggerisce di provare all’ufficio di Flores, lì attaccato, è più grande e forse possono aiutarmi. Che male le soste.
Nisba anche qui e per fargli capire da dove sono entrato in Guatemala ci è voluta la foto.
Pazienza, l’importante è poi riprendere confidenza con la moto, imparando a gestire il ginocchio farlocco. Del resto la giornata è ideale: becco una serie di acquazzoni impressionanti. Mi sa che la situazione sarà molto più complicata che in Vietnam, dove dopo un oretta potevi ripartire. Questa è la sosta da due ore e mezza in un punto qualunque del Guatemala
il telo comprato in Vietnam è però utile, anche se la Yamaha 200 Serow era più piccolina del Kawasaki e la potevo coprire completamente
verso sera arrivo in una località imprecisata a 30 km (credo) dal confine e l’hotel Escorpion mi accoglie. Mi lavo, cerco di mettere ad asciugare i vestiti ed esco per comprare qualcosa da mangiare. In un negozietto (senza luce elettrica, solo candela) trovo delle scatolette ed io ho del pane: bibita e acqua e via.
In camera c’è la televisione e facendo dello zapping cosa trovo ? Trasmettono in diretta la finale della Coppa Italia Roma-Lazio. Non sono un tifosissimo di calcio, ma qui, all’estero, mi fa piacere guardarla…anche per via del fatto che l’alternativa sarebbe la strada buia fuori dell’hotel.
vince la Lazio: i commentatori sud americani sono uno spasso. Si entusiasmano e riescono a entusiasmare anche con un tiro fuori di 5 metri
martedì 28 maggio
Trovare la migracion è un attimo , ma poi è l’aduana (dogana) il problema.Racconto tutto al funzionario e anche qui devo mostrare la foto del posto di frontiera dove sono entrato in Guatemala. Gli spiego tutta la trafila fatta agli uffici della SAT. Alla fine (e gratis9 mi scrive una specie di permesso di transito e mi rassicura per la frontiera: non ci saranno problemi per entrare in Honduras
appena alla dogana, cambio immediatamente i dollari in Lempiras, la moneta dell’Honduras: 100 lempiras=3,7 euro Ad ogni dogana ci sono dei cambisti e fanno un lavoro ufficialmente riconosciuto, con tanto di targhetta identificativa. Il cambio normalmente è leggermente inferiore che in banca, ma la praticità è tale che ho sempre cambiato in frontiera, anche per entrare subito nel paese con la moneta locale.
In prima mattinata attraverso San Pedro Sula, dove ho comprato lo spray protettivo per la catena: non mi sono accorto di essere nella città più pericolosa del mondo, però 719,447 abitanti e 1143 omicidi l’anno sono un dato abbastanza significativo.
Nel pomeriggio arrivo al lago Yojoa e qui mi fermo per pranzo in uno dei ristorantini sul lago: ti fanno scegliere il pesce della grandezza desiderata e te lo cuociono sul momento
arrivo a Tegucigalpa verso fine pomeriggio e penso di fare almeno la circonvallazione attorno alla città, mettermi nella direzione di Danlì verso il confine col Nicaragua. Mi fermo per chiedere l’uscita per la direzione di Danlì a dei tassisti e poco dopo da un posto di polizia. Mi dicono l’uscita e poi insistono per accompagnarmi e io seguo il loro furgoncino. Poi dall’uscita, tornano indietro alla loro stazione: troppo gentili.
Da qui entra in gioco la mia testardaggine. Vedo un hotel è di quelli a ore, ma mi posso riposare subito, sono quasi le otto. Una camera 30 dollari per 3 ore e 60 tutta la notte: ma va a cagare. Proseguo e mi dicono che dopo la stazione dei treni c’è un motel. E quanto vuoi che costi un motel dalla stazione dei bus ? 6 km e lo scopro: 80 dollari !! Torno al motel di prima (quasi le nove). Non ho abbastanza lempiras e non hanno da cambiare i miei biglietti da 100 dollari: di piccolo taglio arrivo a 40. Niente da fare con la carta di credito. Chiedo dov’è un bancomat. Riparto verso la città, quando vedo un centro commerciale enorme. Parcheggio e ci riesco a prlevare. Torno dalla moto lasciata dal McDonald e viene giù il diluvio. Copro la moto e vado dentro a mangiare. Alle 10 devo tornare indietro al motel. Maledetta tangenziale di Tegucigalpa: non c’è modo di attraversarla, dovrei uscire e rientrare nella direzione opposta, ma le uscite che vedo si perdono poi nel buio. A un certo punto mi rompo esco e vedo lo svincolo per tornare indietro: che due maroni. Vedo un tipo in motorino che sta baciando la sua ragazza. Gli chiedo se conosce un hotel economico lì vicino. Si offre di accompagnarmi nel primo 20 dollari niente gli dico. Mi porta infine all’hotel Salomè col parcheggio vicino: 8 dollari + due per la moto + due per lui .
Buonanotte
Karma Utente Esperto
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Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Sab 27 Lug 2013 - 8:27
mitico! che bel racconto! bravissimo, complimenti per il viaggio!!
momi20 Utente Esperto
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Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Sab 27 Lug 2013 - 19:15
Mercoledì 29 maggio
L’hotel Salomè non è poi vicinissimo alla tangenziale e dopo aver seguito le indicazioni fino allo stadio devo ancora chiedere. Un tassista mi fa cenno di seguirlo e alla fine trovo la direzione di Danlì
la mia reception
spazi verdi e immensi e polizia, militari e sicurezza privata ovunque
volevo farla la deviazione per Las Terrones, ma poi ho tirato dritto
arrivo a mezzogiorno alla frontiera di Las Manos: la burocrazia del Nicaragua è un incubo. Non finisce più. Anche la fumigazione della moto per evitare l’entrata di batteri o insetti….avevo chiesto di farla ai miei vestiti, ma a tutto c’è un limite.
questa è una ragazza di Milano che lavora in una Onlus
Entro col sole in Nicaragua
Iniziano i diluvi, ma le fermate di autobus del Nicaragua sembrano studiate per i motociclisti: pensilina larga, panchina e marciapiede con rampa di ingresso. Passerò oltre 2 ore qui sotto, ma nel mentre faccio conoscenza coi bimbi e le mamme che aspettavano i bus. Sono molto interessati dalla mia guida e dalle mie mappe. Per i bambini è semplice comunicare con me: è come parlare col loro fratellino di 3 anni.
il video forse rende meglio l’idea
Ultima modifica di momi20 il Dom 28 Lug 2013 - 8:25 - modificato 1 volta.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Sab 27 Lug 2013 - 19:15
Per la notte mi fermo a San Isidro alla Pension Viajero= 4 $. San Isidro uno di quei piccoli meravigliosi piccoli posti nel mezzo del nulla.
per cena trovo una specie di piccolo ristorante che stanno addobbando: domani qui in Nicaragua è la festa della mamma.
giovedì 30 maggio
la sveglia automatica del paese funziona benissimo: prima delle cinque le melodiche canzoni dedicate alla mamma risuonano ovunque suonate dagli altoparlanti messi su parecchi autoveicoli
per la frontiera col Costa Rica a Peňas Blanca sono poco più di 200 km, In teoria dovrei riuscire ad arrivare a Liberia in Costa Rica, ma ho di mezzo una frontiera e i temporali: vedremo
questa sede del Lion Club mi coglie alla sprovvista
Granata è un formicaio, ma del resto è il principale punto di partenza per visitare il Grande Lago del Nicaragua, vasto quasi quanto l’Umbria !
vado tranquillo, del resto sono un biker zoppo, però la frontiera col Costa Rica mi arriva addosso all’improvviso.
In Costa Rica c’è da fare un poc di andirivieni, perché Immigrazione e Dogana non sono vicinissime. Poi le fotocopie: seavete in previsione dei passaggi in questi paesi fatene una scorta abbondante. Ovviamente c’è un posto dove le fanno a pagamento, ma trovate sempre la coda dei camionisti. Devo prima fare l’assicurazione temporanea obbligatoria, come in Nicaragua, poi posso andare alla dogana e qui sbatto contro la burocrazia del paese. L’impiegato allo sportello mi dice tranquillamente che non posso entrare con la moto, perché sull’atto di vendita della moto fra me e il sig. Oscar manca la vidimazione notarile. Per forza, penso, è falso, ma mica posso dirglielo. Mi difendo col fatto (vero) che in Messico per la vendita è sufficiente la firma di un testimone e quella c’è: è il socio di Oscar (falsa pure quella). Niente, è un ragazzo giovane, ma irremovibile. Mi mostra anche il codice civile del Costa Rica: la legge dice così. Insisto perché chiami il responsabile dell’ufficio. Tentenna: perché mai ? La legge dice così. Insisto. Arriva il capo ufficio e gli rispiego tutto. Guarda un momento il suo impiegato e riconosco quello sguardo: l’intenzione è omicida, ma ci sono troppi testimoni. Mi dice di andare a dall’altra parte della strada dove c’è un edificio a forma di chiesa con un avvocato. Volo, eccolo..nel caso vi servisse
spiego la situazione all’avvocato che per 10$ (tariffa evidentemente inventata sul momento) fa una fotocopia del documento e me la autentica: non può autenticare un documento originale. Così con l’autenticazione di una copia di un documento falso, mi si spalancano le porte del Costa Rica
C’è ancora luce e per Liberia mancano meno di 100 km, tiro dritto e trovo un posto letto all’hotel Liberia 12 $ camera con bagno in comune. Il Costa Rica è un poco caro rispetto agli altri paesi del Centro America, però questo è probabilmente uno dei migliori alloggi della mia vacanza
c’è la connessione wifi e provo il mio pc con sistema operativo Ubuntu: perfetto.
Venerdì 31 maggio
Oggi, per la prima (e unica) volta, colazione in albergo: 3 $ e crepi l’avarizia
La mia intenzione sarebbe di andare un giorno al parco naturale El Tortuguero, attraversando tutto il Costa Rica di traverso ( ovest-est) per vedere l’oceano atlantico.
Dalle indicazioni della mia guida ho capito che via terra non ci si arriva e a un certo punto bisogna prendere delle lance, dormire nel parco (mazzate da spaventilioni di $, tipo Parco Etosha in Namibia) poi lancia e riprendere la moto Questi due camionisti mi suggeriscono di arrivare fino a Guapiles e poi vedere da lì i bus per arrivare al parco. Bisognerà vedere gli orari in loco, dato che è bassa stagione: male che vada andrò nella prima agenzia turistica di Guapiles e prenderò un pacchetto.
in parecchie città ho visto i ragazzi dell’università che raccoglievano fondi..ahh, finalmente inizio a vedere qualche ragazza non eccessivamente soprapeso
questa è una normalissima foto di viaggio, però immortala uno storico momento, in cui davvero credo di aver superato i miei limiti come biker: sono andato oltre.
ho appena oltrepassato un paese abbastanza grande. Fatta la foto, rimonto in sella e via di start: no. Il motore tace. Roba da ridere per uno con la mia esperienza: non avevo messo in folle, infatti il neutral non è verde. Metto in neutral e via di start: nisba. Il bucolico silenzio della tranquilla strada del Costa Rica, attorniata dalla folta vegetazione è interrotto da sonore imprecazioni in dialetto modenese, che coinvolgono vari animali (cane, vacca porco) e il mestiere più antico del mondo, abbinato alla prima donna della terra: del resto l’imprecazione gigolò Adamo non credo risulterebbe molto significativa. Spingo la moto: si muove. Sono in folle, è acceso il neutral, ma non parte. Batteria in vacca ? Il paese aveva di sicuro un meccanico, ma più o meno sono 7 km: per un biker zoppo con moto da spingere non è poi una cosa da nulla. Vinco la diffidenza di una ragazza che mi permette di parcheggiare la moto nel suo giardino: la madre vedendomi era precipitosamente rientrata in casa.
prendo lo zainetto con tutti i soldi e i documenti, pc e macchina fotografica e mi incammino verso il paese: se qualche disonesto mi becca adesso fa bingo. Zoppo anziano e con tutto addosso. Mi sento come una gazzella ferita che deve transitare vicino a dei leoni. Poco dopo vedo una casa con un auto e due persone. Gli spiego il mio problema e si offrono di provare a caricare la batteria della moto collegandola a quella della macchina. Torno dalla casa e spingo la moto fino a lì. A parte la difficoltà di collegare i cavi (auguri a smontare la sella) notiamo che clacson e luci funzionano perfettamente, perciò la batteria è ok. Sta a vedere che ho ripetuto la medesima cretinata del Turkmenistan nel 2009, quando avevo premuto il bottone rosso di emergenza: no è a posto. Non rimane altro che farmi accompagnare in paese. Detto fatto e troviamo un tassista che lavora con un pickup, per 11$ prende la moto e la porta dal meccanico. Ok
all’inizio è sorpreso anche il meccanico, perché vede effettivamente che la batteria funziona. Inizia a guardarla, poi io mi giro a parlare con un altro cliente e sento dietro il rombo del mio Kawasaki: guardo stupito il meccanico: un mago ?
nulla di tutto questo. Imparo che il Kawasaki KLR 650 ha la folle tra tutte le marce, ma per partire è necessario essere in quella giusta, la prima. Vallo a sapere. Già che ci sono gli faccio pulire il filtro che risulta muy sucio (sporco)
bisogna poi vedere le cose dal lato positivo: pensa mi fosse capitato di notte in montagna. Bene così: ovvio che raggiungere un punto vicino agli imbarchi per El Tortuguero ora non è possibile: cerco di arrivare a Guapiles.
Per strada mi imabatto in questo raduno per la compra vendita di bestiame
Costa Rica o Texas ?
non è poi che le indicazioni stradaki per Guapiles siano il massimo della visibilità
I camionisti mi avevano fatto una capa tanta sulla strada che passava per il parco naturale per via della nebbia, ma stavano parlando con un indio della Pianura Padana
dopo una specie di valico la situazione migliora
arrivo a Guapiles e subito chiedo per una agenzia turistica e tutti mi guardano con gli occhi spalancati: mi sa che questa città non basa la sua economia sul turismo. L’hotel Wilson, centrale,con parcheggio e prezzo sugli 8$ mi pare un ottima scelta
Ci vuole un poco di tempo per avere la camera, ma non perché il Wilson sia al completo. Nella prima non va il ventilatore. La seconda non si chiude. La terza sarebbe forse la più sicura, ma non riescono ad aprirla. Al quarto tentativo riesco ad avere la camera.Subito metto ad asciugare i vestiti e vado a farmi la doccia: uno degli inservienti mi dice che è vietato girare per l’hotel (beh ovvio bagno non in camera) con l’asciugamano in vita: avrei dovuto immaginarlo dal nome, hotel Wilson.
Una cameriera dell’albergo mi spiega che l’unico modo per arrivare a El Tortuguero sarebbe di arrivare alla sua città più a nord prendere il bus che porta all’imbarco delle lance. Perché non posso arrivare all’imbarco delle lance con la moto ? Si ma poi dove la lasci ? in un parcheggio custodito: si mette a ridere. Dovrei lasciare la moto qui all’hotel Wilson, prendere il bus domattina alle 5 e poi andare nella sua città per la coincidenza con l’altro autobus che parte alle 6.30. Però mi avverte che la coincidenza non è garantita. Potrei andare adesso seguendo il bus che prende lei lasciare la moto a casa sua e poi domattina prendere il bus. Mi fa vedere una foto col suo ragazzo , un poliziotto. Sarei tentato, ma preferisco raggiungere Puerto Limon da dove ho letto ci sono delle lance che partono per il parco. Anche il proprietario dell’albergo mi dice di non girare troppo con la sera che sta arrivando: si vede subito che non sono del posto. Starò nelle vicinanze dalla piazza e dal parco lì vicino. Esco ed accanto ad una bancarella che vende biglietti della lotteria ce n’è un'altra che vende dei coltelli che spaventerebbero un grizzly affamato. La gente si ferma compra un biglietto e qualcuno anche un coltello: passa la polizia e saluta entrambi i venditori. Ci deve essere un motivo se tutti mi hanno detto di prestare attenzione a Guapiles. Per cena pollo fritto del fast food
un paio di preghiere non guastano a questo punto
questa è stata curiosa: chiuse dentro ad un negozio di elettrodomestici delle signore giocavano al bingo, con tanto di estrattore ufficiale dei numeri dotato di microfono
alla fine rimango a guardare dei bambini che giocano a calcio.
Biagio X Utente Esperto
Numero di messaggi : 280 Data d'iscrizione : 11.02.13 Età : 58 Località : Prato
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Sab 27 Lug 2013 - 21:03
Che dire? Sei proprio un Viaggiatore con la V maiuscola. Complimenti.
momi20 ha scritto:
questa è una ragazza di Milano che lavora in una Onlus
Mi sa che hai confuso il link
Biagio X Utente Esperto
Numero di messaggi : 280 Data d'iscrizione : 11.02.13 Età : 58 Località : Prato
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Dom 28 Lug 2013 - 5:49
Per spirito e passione mi ricordi molto un altro personaggio di tutto rispetto: tale Italo Barazzutti (www.navigatorediterra.it)
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Dom 28 Lug 2013 - 12:18
Biagio X ha scritto:
Per spirito e passione mi ricordi molto un altro personaggio di tutto rispetto: tale Italo Barazzutti (www.navigatorediterra.it)
Ehh, ma lui ha moooolto tempo a disposizione
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Dom 28 Lug 2013 - 12:19
sabato 1 giugno
Ormai ho deciso di rinunciare a El Tortuguero: il vero highlight sarebbe stata la deposizione delle uova da parte delle tartarughe, ma non è il periodo. Intanto arrivo fino a Puerto Limon, faccio una foto all’oceano Atlantico e poi penserò a dove andare.
Arrivo a Puerto Limon davvero presto e vado a “sbattere” subito al porto
una sorvegliante mi dice che di agenzie turistiche manco a parlarne e mi sconsiglia dal girare troppo per la città con la mia moto. Sempre lo stesso problema, troppo appariscente. Faccio due passi e mi affaccio giusto per vedere l’oceano
Posso allora fare così, seguire la costiera verso sud per un po’, poi torno indietro e mi dirigo nuovamente a Guapiles
Grosso modo devo essere arrivato a B: avevo segnato i km e li ho “ripercorsi” virtualmente su Google maps
Mi fermo per un caffè e mi si chiarisce un mistero. Questo negozio è una pulperia: sino ad ora ne ho viste dappertutto. Avevo mentalmente italianizzato il termine che poi è corretto col polpo. Avevo anche pensato che davvero era un alimento comunissimo in Centro America…qualche dubbio mi era venuto nelle zone montane. Il polpo di fiume di montagna doveva essere proprio un piatto particolare. Pulperia è invece il negozio (la tienda) che davvero vende di tutto e che riflette la cultura del paese. Si può trovare di tutto, dalla cancelleria al mangiare al bere e tutti quei generi primari indispensabili. Il dubbio mi viene tolto chiacchierando col proprietario: ne approfitto per comprare una penna.
Lungo la strada ci sono parecchi piccoli hotel o strutture simili, perlopiù chiusi. Da una parte l’oceano, dall’altra dei piccoli bar/pulperie. Trovo un corridoio per arrivare alla spiaggia: 150 mt che anche un motociclista come me dovrebbe essere in grado di affrontare
foto ricordo: ne ho scattata più d’una fino a quando non sono riuscito a nascondere la medicazione. A casa non ho ancora detto nulla della scivolata
Giro la moto e inizio a tornare verso Puerto Limon, del resto il punto B della mappa l’ho poi raggiunto…l’avrei comunque raggiunto visto che avevo in mente di marcarlo una volta deciso di tornare indietro. Inutile negarlo una pianificazione flessibile e casuale consente sempre di raggiungere gli obiettivi prefissati Però, il pensiero di El Tortuguero…voglio provare chiedere di nuovo. Un camionista a Puerto Limon mi arla di un posto, Moin, da dove partono le lancias per El Tortuguero. Ci vado, al massimo troverò delle indicazioni per altre persone. Sono circa 9 km da Puerto Limon, qui ci sono tutte le indicazioni necessarie
all’imbarcadero ci sono alcuni “capitani” e anche 2 turisti, che, zaino in spalla, stanno caricando i bagagli su una lancia. Forse poi non costa tantissimo raggiungere El Tortuguero. Sempre tenere a mente “Mai fidarsi della prima impressione” e “L’abito non fa il monaco”: sono due turisti zaino in spalla, ma griffati dai lacci delle scarpe fino al cappellino. Potrei lasciare la moto lì all’imbarcadero, ma c’è una giornata di navigazione fino al parco, almeno una per dormire là e un'altra di navigazione per tornare indietro. Infatti il pilota della lancia li porta a El Tortuguero, dorme al parco e poi li riporta qui: 250$ a testa solo per il trasporto sul fiume: adios El Tortuguero. Peccato perché scopro che ci sono parecchie sistemazioni abbordabili vicino al parco per 25-35 $. Il pilota allora mi propone un tour lungo il fiume sulla lancia: 2 ore 30$ e mi prometter che vedrò il caimano. Ok, del resto, mi spiega, è ovvio che al parco vedrei più animali, ma anche lui mi conferma che la vera peculiarità è la deposizione delle uova delle tartarughe. Mi serve però un bancomat e quindi torno indietro da un MaxiPali e compro anche da mangiare
il mio capitano attendeva il ritorno dell’unico cliente della giornata: è bassa stagione
il tempo di chiudere la moto e mangiare un panino al pesce
tutti i piloti di queste imbarcazioni hanno seguito un corso del governo e sono stati istruiti sul come relazionarsi coi turisti, ad esempio mai parlare di politica o calcio, argomenti che possono creare tensioni. Già, come indossare una maglia della Roma e salire su un taxi della capitale, guidato da un autista laziale. Mi torna sempre in mente l’episodio di Carlo Ancellotti quando arrivò per la prima volta al centro di allenamento della Roma. Quandop il tassista gli chiese i soldi della corsa, fu sommerso dalle urla inferocite dei tifosi davanti al campo, con epiteti del tipo “A laziale infame”
navigheremo con questa
per tutto il viaggio l’esperta guida avviserà continuamente il turista italiano sugli avvistamenti di animali ed io, data la mia vista d’aquila miope riuscirò a scattare una foto ogni 10 animali avvistati
la strada che corre lungo il fiume è un susseguirsi di piccole strutture per il turismo, che in alta stagione sono sempre piene.
finalmente il caimano (che è più piccolo del coccodrillo) immobile per assomigliare ad un tronco di legno, in attesa che passi qualche preda…o forse è il caimano addestrato dell’Ente del Turismo del Costa Rica, comunque per me è uno scatto emozionante
l’iguana, finalmente: non perché sia rara, ma per il fatto che è solo al 6° avvistamento che riesco a fotografarla
delle scimmie
Allora potevo continuare con la moto lungo la strada che costeggia il fiume, magari dopo quando torniamo. “Ehh no seňor” mi dice la guida. Questa è una terra di nessuno: si ci sono le strutture per turisti, ma al di fuori è una terra di nessuno: piena di pandillas (le bande) ed è meglio non scherzarci. Ma come replico ? Ho visto all’ingresso della strada, dall’imbarcadero, decine di poliziotti. Si però stanno lì e “controllano” l’attività del porto e non è che si diano molto da fare nell’interno: va poi a sapere quali sono quelli onesti e quelli collusi con le pandillas
Si ferma davanti ad una struttura in legno e mi racconta che qui, il 31 maggio del 2013, cioè ieri, è stato ucciso un biologo del Costa Rica di soli 26 anni, Jairo Mora Sandoval. Si occupava della protezione delle uova deposte dalle tartarughe, che qui in centro America sono ritenute un afrodisiaco e vengono commerciate al mercato nero. Questa era la sua base da cui si dirigeva poi sulle spiagge di deposizione delle uova.Aveva ripetutamente segnalato il bracconaggio in atto e poi le sue richieste di aiuto inviate sulla rete erano cadute nel vuoto. Lo hanno sequestrato e ucciso, lasciando scappare le sue 4 assistenti delle ragazze:Un grande e sconosciuto eroe dei nostri tempi
questa una sua foto che mi sembra doveroso pubblicare
Ultima modifica di momi20 il Ven 9 Ago 2013 - 6:29 - modificato 1 volta.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Dom 28 Lug 2013 - 17:48
Il giro sulla lancia mi è piaciuto un sacco, anche se ancora una volta mi ha fatto riflettere sulla realtà di questi paesi. Quella che poteva sembrare una piccola carrettiera che costeggia il fiume, è invece stata il teatro di una violenza atroce, ma immagino che gli autori non debbano averci pensato troppo, mentre spezzavano la vita di Jairo. Io inizio a ripercorrere la strada verso est: sono arrivato in fondo e devo iniziare a ripercorrere la strada verso Mexico City. In teoria potrei raggiungere il canale di Panama e tornare indietro, ma con medie oltre i 300 km al giorno: niente di che, ma aumenterei il numero di passaggi di dogane e le previsioni del tempo non sono incoraggianti andando verso sud. Sarebbe un attimo perdere 4 ore a una frontiera e 2 per la pioggia: il giorno dopo che faccio ? 500 km ? E se piove ? Se foro ? Se cado di nuovo? Magari cercherò qualche posto da inserire nel percorso di rientro. Vedremo
Infatti dopo mezz’ora arriva un diluvio che mi costringe ad una sosta forzata da una fermata di bus. Dopo un po’ arriva una signora col figlioletto, entrambi fradici. Al riparo inizia a cercare di asciugarlo, gli toglie la maglietta bagnata: non ci penso due volte e le do il mio asciugamano.
Arrivo a fine pomeriggio a San Josè, vorrei saltare la città, ma è meglio fermarsi. Chiedo a un tassista se conosce un hotel economico. Mi fa cenno di seguirlo. A un semaforo ne vedo parecchi che mi sembra possano andare bene e glieli indico: scuote la testa e prosegue. Meglio dargli retta. Arriviamo in una zona pericolosa (per me): Marriot, Sheraton, grandi magazzini, ma poi il tassista mi indica una strada a sinistra e vedo un ostello: salvo.
Si tratta dell’ostello Aldea http://www.aldeahostelcostarica.com/ che per i motociclisti è perfetto: parcheggio interno nel giardino proprio di fronte alla zona cucina. 13 $ il posto letto.
precisazione: spesso io sono arrivato col buio nelle città dove ho dormito e quindi le foto dell’edificio le ho poi scattate al mattino
esco per andare a comprare qualcosa da mangiare: la zona non da scampo. Il supermercato è caruccio, ma prendo da prepararmi un risotto
conosco una ragazza canadese in vacanza per le vacanze dell’università. Come al solito sta facendo una cosa incomprensibile per le ragazze italiane: gira da sola. Ovviamente con alcune cautele: quando arriva in un aeroporto o in una stazione dei bus, prende sempre il taxi che l’accompagna all’alloggio già prenotato. Segue sempre dei tour organizzati, insomma nulla di cervellotico o stravagante. Normalmente, la maggioranza delle ragazze italiane che ho visto all’estero, girano sempre in gruppo, stile militare tipo testuggine romana: pronte a difendersi da qualunque attacco...più o meno come quando sono in Italia poi.
L'ostello è davvero originale come arredamento
domenica 2 giugno
Colazione (inclusa nel prezzo) con la gradita sorpresa di biscotti caldi appena sfornati che vengono offerti alla reception
fuori dell'ostello si sta svolgendo una gara podistica
raggiungo Liberia abbastanza presto e vado all'ospedale: purtroppo essendo domenica non possono togliermi i punti dal ginocchio.
pazienza decido di andare subito alla frontiera col Nicaragua. ormai ste frontiere me le gioco a occhi bendati
di nuovo alla dogana del Costa Rica e noto qualcosa che mi era sfuggito all'ingresso nel paese
di qui è passato per forza Gionata Nencini e il suo progetto/sogno PARTIRE PER
il Nicaragua è il paese dei vulcani
sosta causa diluvio: tra l'altro mi accorgo che ha mollato uno dei bulloni del supporto della borsa di sx...quella senza lucchetto
arrivo a Granada ancora con la luce e vado in un internet point per cercare gli indirizzi di ostelli. Scrivo una veloce mappetta a mano e poi esco alla ricerca di un posto per la notte.
Il problema del parcheggio è sempre pendente sul capo del motociclista. Niente da fare coi primi 2 posti. Poi vedo dei ragazzi con lo zaino e chiedo loro dove vanno: ostello Oasis http://www.nicaraguahostel.com/
Mi possono far mettere nel cortile interno la moto: è il mio
Il Kawasaki KLR 650 è particolarmente adattabile a stenditoio
mi doccio e poi esco a mangiare qualcosa
rientro , medico il ginocchio e il braccio: mi sembra che ci sia ancora un poco di infezione attorno ai punti, ma non credo sia nulla di preoccupante. Finisco la serata guardando un film in dvd nella televisione della sala comune: sapete che film era ? 127 ore il film che descrive l'incredibile avventura di Aron Lee Ralston l'alpinista statunitense che nel 2003, rimasto incastrato sotto a un masso con un braccio, dopo cinque giorni arrivò ad amputarselo per sopravvivere. Mi tocco il ginocchio e non solo quello.
Vixt Utente Esperto
Numero di messaggi : 3559 Data d'iscrizione : 23.06.08 Età : 49 Località : Sassari
dato che mi sono alzato presto, ne approffitto per fare 2 passi per Granada: i posti, per conoscerli bisogna farli anche a piedi.
il centro di Granada possiede un insieme di colori tipo pastello degli edifici che rende davvero piacevole la camminata: poi passo anche per le varie bancarelle dei venditori che stanno iniziando la giornata
e chi aveva mai visto un edicola così ?
queste macellerie invece sono abbastanza comuni in Asia e Africa
torno e usufruisco di una spetacolare colazione a base di pan kake e sciroppo
mentre sto uscendo dalla città, vedo l'insegna di un ospedale. Devo togliere dei punti e poi questo è un ospedale supportato dal governo giapponese...e che vorrà poi dire ? Basterà un medico generico
detto fatto mi vengono tolti i punti, ma effettivamente c'è ancora un poco d'infezione: il dottore mi prescrive anti qualcosa e altri antibiotici..tanto pillola più, pillola meno. Vado in farmacia e mi accorgo di una cosa che avevo già visto altre volte: un distributore di acqua. In questi paesi le medicine sono una spesa importante e quindi tutti i medicinali sono venduti singolarmente, pillola per pillola. Io prendo il mio antibiotico mattutino
verso mezzogiorno mi fermo a far riparare il bullone che aveva ceduto del supporto: fantastiche queste officine, come in Asia e Africa, in un amen danno subito un occhiata
per massimizzare la sosta scelgo un ristorante del tipo "A La Carte" , il MaxiPali e mi oriento sul menù di pesce
Dopo pranzo riparto quando sulla mia destra vedo il segnale di deviazione per un vulcano
sono in Nicaragua, il paese dei vulcani: almeno uno dovrò pur andarlo a vedere ! Consulto rapidamente il mio GPS e inserisco i dati per il calcolo delle tappe sucessive. Posso permettermi una deviazione.
scoprirò in seguito che mi stavo dirigendo verso il vulcano Mmotombo, il simbolo del Nicaragua
Arrivo ad una recinzione e ci sono delle guardie armate. Per salire sul vulcano ci vuole un permesso del governo, normalmente fornito dalle agenzie di viaggio. Ma è un percorso lungo chiedo ? A piedi sono 2 ore: già e per un turista mezzo azzoppato ? Io voglio andarci con la moto. Alla fine per 4 $ (100 corderas) le due guardie mi danno una pacca sulla spalla e mi "rilasciano il permesso". Mi dicono di seguire le frecce gialle
ogni tanto vedo il vulcano mentre percorro il sentiero: fantastico la foresta io la moto e basta...già speriamo bene, mi viene in mente, se c'è qualcuno ? Poi mi rassicuro quando vedo delle abitazioni
che poi penso mica è detto che narcotrafficanti e tagliagole debbano vivere nelle grotte o sugli alberi: provo a scherzarci, ma poi mi rendo conto che proprio non c'è traccia del passaggio di nessuno, o perlomeno io non le vedo. La strada diventa sempre più difficoltosa..per me: probabilmente non sarebbe abbastanza impegnativa per una gara regionale under 10 di cross, ma io inizio a dovermi impegnare. Sento anche un poco di caldo, anche quando appoggio i piedi. Il terreno diventa sempre più molle man mano che salgo e caldo. A un certo punto decido che va bene così, è troppo molle il suolo. Ci mancherebbe solo di andarsi a piantare. Ok il vulcano l'ho visto, ci arriverò la prossima volta. leggerò poi che si tratterebbe comunque di un trekking di circa 10 ore e che normalmente si dorme sulla cima. Giuro a me stesso che se non mi arriva una legnata in testa, da qui fino all'ingresso non mi fermerò più per delle foto
rivedo le due guardie, le saluto e mi dirigo nuovamente verso la strada principale. Poi vedo una pulperia e mi fermo per bere un attimo. L'attimo diventano quasi 2 ore a chiaccherare con la proprietaria, i figli e tutte le altre persone che passano
mi informo sulla scuola, su che lavori si svolgono in zona. Dico che si fa fatica a capire come mai un paese con così tanto spazio, acqua risorse naturali abbia così tanta povertà. Mi parlano della corruzione e di una classe politica molto corrotta: ohh è una canzone già sentita, specialmente in Africa. Anche qui mi parlano dell'apparato statale pieno dei cosiddetti "Politici si senor", cioè quelli pagati per dire sempre si. Quando riparto mi accorgo che dovrò poi improvvisare per la notte: come sempre in fondo.
La mia sosta alla fine sarà Malpaisillo che potrebbe essere tradotto come piccola regione cattiva: una città di circa 6000 abitanti
chiedo per una habitacion (stanza) economica e mi mandano qui da una signora che affitta una camera
parcheggio interno
l'anticamera è occupata da un guazzabuglio di oggetti, tra cui anche una sedia da barbiere
stanza con letto doppio
andiamo un poco a vedere cosa offre la Malpaisillo by night
toh un campo da basket
sembra deserta questa zona, torno indietro per cercare da mangiare, la città è piccolina e senza nomi delle strade. In un cortile vedo una signora che sta preparando del pollo alla griglia: un piccolo take away nel giardino di casa: è mio e mi siedo nell'unico tavolo
quando si dirada il fumo arriva il mio pollo: meriterebbe una ola
mentre torno dalla mia camera sento però della musica e ritorno al campo da basket. Un piccolo chiosco ha collegato una enorme cassa e musica a tutto volume. Tribunette piene per il torneo di calcetto femminile e maschile. Conosoc i giocatori del Celtic e chiarito che non sono gringo, ma italiano tutto a posto. Mi volano via quasi due ore..ahh perdonate ma le foto notture e il video girato fanno un poco schifo, ma sono riuscito a fare questo
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Mer 31 Lug 2013 - 20:37
martedì 4 giugno
Lascio malpaisillo davvero presto e prendo subito la direzione della frontiera . Ho scelto di rientrare lungo la costa del Pacifico e quindi mi toccherà di attraversare un pezzetto di Honduras, per entrare poi in El Salvador..vabbè, frontiera più frontiera meno, ormai
Dopo aver trovato la giusta direzione, vedo lungo la strada un gruppo di persone che stanno scavando con picconi e badili e sono chiaramente persone del posto e stranieri
appartengono a una Onlus (made in USA) Amigos for Christ http://www.amigosforchrist.org/index.html
Stanno portando avanti un progetto per far si che questa comunità disponga tutti i giorni (adesso solo 2 volte la settimana) di acqua corrente e costruiranno anche i servizi igenici delle abitazioni. Gli statunitensi sono turisti che pagano (credo) 800 $ per essere ospitati una settimana (vitto e alloggio) e aiutano i locali nel lavoro materiale.Il governo del Nicaragua contribuisce alle spese del progetto...il 5% del totale dei costi.
Alcune foto del report, da adesso in poi saranno con una qualche macchia: non mi ero accorto subito che l'otturatore, chiudendo e aprendo sporcava l'obiettivo. Conosco l'ingegnere responsabile del progetto: ha il piccone in mano e ci sta dando di brutto. Chissà perchè alla fine gli ingegneri, a differenza di avvocati ed economisti, finiscono sempre per sporcarsi quando lavorano.
Questo ingegnere del Nicaragua ha anche studiato per 8 mesi in Italia
che voglia di fermarsi un paio di giorni con loro a lavorare, ma ho il rientro da terminare e tengo l'eventuale sosta per il proseguio della vacanza.
pranzo prima della frontiera
frontiera Nicaragua-Honduras
qui trovo l'unico stronzetto del viaggio. Passata immigrazione e dogana dell'Honduras, mi ferma l'ultimo controllo, un poliziotto piccolino e magro con gli occhiali a specchio, che non toglie. Mi chiede il passaporto, lo controlla e poi mi chiede il tagliando della dogana. Gli dico che è nel passaporto: no mi risponde, la dogana non timbra il passaporto. Infatti, io per tenere tutto assieme, ho messo il foglio nella custodia del passaporto. Non parlo uno spagnolo fluente, ma mi ero spiegato benissimo. inizia la solita tiritera del poliziotto frustrato: perchè vuoi dirmi delle bugie, posso trattenerti per 72 ore, ti arresto. La gente intorno guarda zitta. Manfrina per 10 minuti. Lui ha capèito benissimo cosa voglio dire, però , se vuole, mi può veramente rompere i maroni, anche perchè al momento mi tiene proprio per di lì. Cambio atteggiamento e inizo a chiedere scusa per il mio pessimo spagnolo e che mi dispiace (lo siento) per il tempo che lui perde, perchè il suo è un lavoro difficile. Arriva anche un signore a tradurre dall'inglese in spagnolo quello che lui ha capito benissimo. Non commetto l'errore di allungare la mano per prendere il passaporto che lui stringe. Alla fine guarda nella custodia in pelle e salta fuori il foglietto della dogana dell'Honduras.. ma guarda un pò. Ricomincia, perchè mi prendevi in giro ? Lo sai che posso ecc ecc sempre in sella alla moto gli ripeto che il mio spagnolo è davvero pessimo e che mi spiace di non essere riuscito a spiegarmi meglio. Vedo che è soddisfatto: se la sua attività sessuale è pari alle soddisfazioni che ha dal lavoro, devono essere almeno 3 anni che si masturba ferocemente. L'importante è poi ripartire: comunque sempre la solita maniera: niente gesti bruschi, rispondere quando interrogati e mostrarsi dispiaciuti: coi piccoli uomini repressi di solito funziona.
Arrivo a San Lorenzo.
I primi hotel indicati sulla strada principale hanno dei prezzi pazzeschi, oltre i 30$. Chiedo a un tassista che mi dice se un hotel da 8 $ va bene. Gli dico che è il mio. Infatti l'hotel Perla è perfetto, nella zona parcheggio ha anche la lavanderia e il posto per stendere il bucato.
vado a fare un giretto con la moto prima che venga completamente buio e la zona del porto (zona storica9 ha alcuni bei ristorantini
tornando all'hotel trovo un ristorante come piace a me: non so cosa mangio, però è ottimo
più avanti trovo un bar e mi concedo una birra
poi noto un cartello: sul megaschermo in diretta trasmetteranno Jamaica-messico, valido per le qualificazioni mondiali. Torno in albergo, lascio la mot e trono a piedi al bar. A parte un mezzo ubriaco che purtroppo mi trova simpatico sono tutti curiosi e vogliano che facia delle foto assieme a loro. Il barista mi fa assaggiare un altro paio di birre ed è contetissimo che io mi faccia delle foto nel suo locale. Non male nemmeno la partita: vince il messico per 1 a 0.
mica male il cavatappi dal bancone
a fine della partita tutti iniziano a sbaraccare e vedo che fuori del locale ci sono un paio di camionette della polizia: chiedo al proprietario del ber, se vengono di solito a chiudere il servizio qui alla sera: no sono qui per prevenire problemi. Cavoli , saranno una ventina di agenti. Io torno all'albergo.
mercoledì 5 giugno
Oggi si entra in El Salvador, dove in teoria mi piacerebbe andare al parco nazionale El Imposible
Durante la notte un'acquazzone ha bagnato i miei vestiti: rimedio con un appesa volante fuori dell'hotel
stavolta alla frontiera non riesco ad evitare l'aiuto per i documenti e non converrebbe: un signore mi conferma che poi mi farebbero tribolare. In fondo tiro fuori 5 $ e uno in Honduras e l'altro in El Salvador si occupano di tutto. Addirittura quando attraverso il ponte, un poliziotto viene a chiedermi quanto mi hanno chiesto per aiutarmi nei documenti. i due si zittiscono, ma la cifra che mi avevano chiesto è quella "concessa" dalle autorità e quindi tutto bene.
Imparo una cosa nuova: la moneta locale di El Salvador non è usata: si usano i dollari americani Mi riamne solo la dogana di El Salvador, ma ho già tutti i documenti. non dire gatto finchè non è nel sacco.
Se io facessi un permesso di transito di 24 ore non ci sarebbero problemi è immediato. oltre le 24 ore bisogna richiedere il visto per 90 giorni. Se poi, per richiedere il visto, i collegamenti internet sono saltati e bisogna fare via fax, auguri. il fax è pure un poco lento. Insomma oltre 3 ore ad aspettare. Mangio il mio panino al pesce.
quando riparto è già pomeriggio inoltrato e Usulutan mi sembra ragionevole da raggiungere
Ci arrivo con la luce: perchè andare avanti ? C'è un mercatino che sembra davvero bello, posso lavarmi e uscire ancora con della luce. Trovo un'hotel che ha un nome profetico: Milagro (miracolo). 9 $ moto custodita e zona lettura perfetta.
esco e vado al mercato. fantastico
quando dico che sono italiano i sorrisi si sprecano
da questa bancarella prendo il piatto misto riso+pollo fritto+ pollo bollito+ altro
le ossa le do al cane: gesto umanitario e che però mi permette di controllare la geninuità del pasto. L'animale dopo venti minuti sta ancora bene, non mi devo poi preoccupare troppo
torno alla piazza principale e fino alle 19,30 sto in un internet point. Poi rientro in albergo. passo davanti ai tassisti ed ho la conferma che si capisce benissimo che sono un turista: in 10 mi chiedono se ho bisogno di un passaggio. Questo è un buon metodo per verificare quanto siete integrati a livello di vestiti con la popolazione locale. se non vi rivolgono la parola allora siete perfettamente mimetizzati. prima di andare a letto studio un poco il percorso e metto a posto gli appunti di viaggio nella zona lettura dell'hotel
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Sab 3 Ago 2013 - 9:48
Giovedì 6 giugno
Conto di seguire la strada costiera (Litoral) fino alla frontiera col Guatemala, cercando di fare tappa nel parco naturale El Imposible, una delle curiosità di El Salvador. In termini di criminalità, dalle persone di El Salvador emigrate all'estero (California) è nata, negli anni 80, una delle gang più pericolose e brutali in assoluto, la MS13 che starebbe per Mara Salvatrucha 13. Nel cinema si sono avuti i primi riferimenti a questa gang col film Training Day con Denzel Washington
https://en.wikipedia.org/wiki/MS-13
Tutto quello che fanno questi gruppi è ovviamente deplorabile, ma analizzare come questi gruppi nascono e si organizzano e quali autoregolamentazioni si diano, lo trovo comunque un aspetto interessante. Anche solamente la gestualità cifrata con cui comunicano. Ribadisco che non posso approvare alcuna delle loro azioni, però alcuni aspetti, diciamo di tipo relazionale, sono per me interessanti.
la colazione la mangio nel mio albergo: la signora me la prepara all'istante
saluto anche il cane da guardia, piccolo, ma alla notte veniva slegato e la reception mi aveva avvisato che comunque mordeva
nel mio percorso ho saltato la capitale San Salvador, per cercare di percorrere il più possibile la Litoral
a questo distributore, durante una sosta, delle ragazze ne avevano approfittato per truccare una delle passeggere
comunque a questo distributore potevo stare tranquillo, l'uso delle armi era chiaramente vietato
subito una picola deviazione per vedere l'oceano: le spiagge delle varie località sono un paradiso per i surfisti
poco dopo ho fatto una breve sosta in quella che dovrebbe essere una delle spiagge più famose del paese
adesso è bassa stagione, ma in alta deve essere davvero un formicaio questo posto
e riparto, fermandomi ogni tanto, quando vedo qualcosa di interessante
come vedete le dimensioni dell'albero non sono indifferenti....lo ha tirato giù il vento: quando il tempo si fa brutto è meglio che il motociclista si fermi
comunque questo tratto di strada è davvero bellissimo: ogni tanto ti si apre davanti l'immensità dell'oceano e alle spalle hai la montagna.
Il parco naturale El Imposible è vicino alla frontiera col Guatemala e sto quindi pensando di prendermi stanotte e tutto domani per visitarmelo con calma. Il problema diventa trovare le indicazioni per la strada che ci arriva A un certo punto della Litoral iniziano le indicazioni per andare verso il confine col Guatemala e mi sono fermato al bivio per chiedere informazioni
In effetti ci sono più strade che portano al Parco, anche se una è quella più usata: grosso modo dovevo cercare questa deviazione
un'automobilista si ferma e mi chiede dove devo andare. Mi spiega abbastanza bene a che punto dovrei trovare questa deviazione, ma m iavverte che non c'è proprio un vero cartello che la indichi. Tengo a mente il nome del posto dove dovrebbe trovarsi questa deviazione. Chiedendo, mi accorgo che dopo un oretta, l'ho oltrepassato. Torno indietro, ma niente da fare. Ogni volta che chiedo mi vengono date delle informazioni un poco differenti, sia che si tratti di tassisti, camionisti o altri. Non ho visto nemmeno qualcosa che vagamente assomigli ad un agenzia di viaggi o in giro pulmini di turisti: già non è un posto molto pubblicizzato e poi sono in bassa stagione. Ormai posso anche fermarmi per cercare da mangiare e vedere di capire dove sia questa benedetta deviazione. Ci sono tantissime stradine che portano verso le alture, ma vai a capire qual'è quella giusta. In un piccolo ristorantino/pulperia lungo la strada mi fermo e mi preparano una zuppa di noodle e dei ragazzi attorno a un tavolo mi invitano a sedermi con loro. ovviamente sono curiosi per la moto e spiego qual'è stato sino ad adesso il mio giro per il Centro America
Mi chiedono dell'italia, di tante cose e poi arriva la domanda che non ti aspetti, almeno in El Salvador. Uno mi chiede se è vero, come si sente raccontare, che le ragazze italiane sono "Mas Candela". Il mio spagnolo è un poco limitato, e non afferro subito e allora lui usa un altra parola "Calientes" e con un paio di gesti(uno è in questa tabella, ultimo in basso a destra) capisco la domanda
Se le donne italiane sono travolgenti a letto ?
Apro una parentesi sull'argomento e poi proseguo sul report. Sono fermamente convinto che non esiste una razza maschile o femminile più "brava" a letto, o una tipologia, basso alto o magro. credo piuttosto che con alcune persone(maschi o femmine) si riesca ad entrare meglio in sintonia e quindi ci si possa esprimere al meglio delle proprie possibilità. Tanti, ma tanti anni fa, credo avessi 22 o 23 anni, ero al rinfresco che precedeva il matrimonio di un mio amico della mia compagnia del bar. Tutti molto giovani, eravamo a casa dello sposo. Parlando, si era slittati sull'argomento che riguardava alcune chiamiamole "acrobazie sessuali": quindi posizioni, tempi ecc.. A un certo punto un amico dello sposo, poco più grande di noi, e che non era della compagnia del bar, sentendoci parlare disse:" Ahh mia moglie certe cose non si sogna nemmeno di farle". Erano le 11 di mattina, ma visto che eravamo arrivati alle 8,30 al rinfresco, birra, vino e sprizz erano andati via che era un piacere. Io senza pensarci troppo gli risposi "Con te". Mi ricordo che diventò paonazzo , ma riuscì a trattenersi...anche perchè credo di avergli poi messo il dubbio.
Ai ragazzi salvadoreni ho risposto che facevo fatica a dare un voto, però potevo spiegargli il carattere tipico della ragazza italiana. Non è come nel loro paese. Qui in Italia, in famiglia, comandano le donne. Occhi spalancati di stupore. Gli dico, che se vivesse in Italia, al rientro a casa dal lavor dovrebbe, giocare coi bambini, portare via la basura (spazzatura) andare magari a fare la spesa e nel caso ci sia un cane, portarlo fuori a fare la pipì. No scuotono tutti la testa, non può esistere un paese organizzato così: ahh no ? Vieni in Italia gli dico. No, mi risponde sposo una ragazza italiana, la porto qui in El Salvador e poi la addestro. Auguri. la signora che prepara da mangiare dice che l'Italia deve essere un bel paese.
Tornando a El imposible nuova versione : devo tornare di nuovo indietro. Riparto, ma dopo mezz'ora passo per l'ennesima volta lo stesso paesino. Mi fermo e vedo un signore sulla settantina: se non lo sa lui. Infatti mi indica una stradina lì vicino, poi però mi chiede perchè lo voglio sapere. Perchè voglio andar al parco dormire una notte e visitarlo. "Non glielo consiglio senor" mi risponde e poi mi spiega che le piogge di questi giorni hanno reso la strada già difficile per dei fuoristrada 4x4, anche se la mia moto gli sembra adatta. Il problema vero è un altro: io viaggio da solo e la zona è piena di pandillas e/o mareros (le bande), verrei assaltato e rapinato quasi di sicuro. Come fanno allora i turisti ? Mi spiega che viaggiano sempre con tour organizzati e con scorta armata e poi adesso non gira praticamente nessuno per queste strade. Ci penso un pò e decido di dar retta all'esperienza. Il confine è vicino, passo la frontiera ed entro oggi in Guatemala: avrò un poco più di tempo magari per il lago Atitlan. Mettersi in viaggio verso il parco vorrebbe dire andarsi a cercare delle belle rogne. Fa lo stesso, del resto, il nome El Imposible aveva poi in fondo un senso.
La frontiera
arrivo a Cinquimullilla a fine pomeriggio e trovo posto all'hotel San Carlos
momi20 Utente Esperto
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Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Dom 4 Ago 2013 - 18:04
Venerdì 7 giugno
Al mattino decido di fermarmi a Escuintla per far controllare il ginocchio: è ancora rosso attorno alla ferita e il gonfiorne è ancora presente. Ormai con la sanità in Centro America è come con le dogane: gioco facile.
Il parcheggio dell'ospedale
Mi dirottano da una porta e quando si apre c'è una dottoressa. L'aspetto è di quelle persone abituate a comandare e vedere che gli altri obbediscono: potenzialmente una perfetta moglie italiana. Nello studio c'è un lettino dotato di due supporti laterali di legno che permettono al paziente disteso di allargare le braccia a mò di crocefisso: o per visitarlo meglio o ..boh ! C'è una signora che si lamenta con un braccio un poco malandato. la dottoressa la zittisce dicendole che deve aspettare un attimo. Poi mi dice di abbassare i pantaloni ed esamina la ferita. Si c'è ancora dell'infezione. Ma come, chiedo ? Sono ormai 9 giorni che prendo regolarmente gli antibiotici e gli antiinfiammatori. Mi chiede se so cosa mi hanno prescritto gli altri dottori: sicuro, ho con me tutte le ricette e i medicinali.
In questa foto scattata al rientro a Città del Messico potete vedere alla fine con cosa mi sono curato
riassumendo il primo dottore in Guatemala mi aveva prescritto l'antibiotico, ma il farmacista non me lo aveva dato: io ho quindi preso una massicia dose di antiinfiammatori e antidolorifici e questo spiega le feci verdi dei primi giorni. Il secondo dottore che aveva tolto i punti non mi aveva prescritto alcun antibiotico: e via ancora con altri medicinali. Comunque nulla di preoccupante mi rassicura la dottoressa, che mi prescrive un ottimo antibiotico che in 3 giorni fa passare tutto e mi dice anche di smetterla con la pomata, per permettere l'asciugarsi della ferita. Mi scappa di chiederle se è sicura : aiuto, ho messo in dubbio la sua professionalità. Si alza e mi apostrofa con " Yo soy cubana !!!" vero i dottori cubani sono fra i più preparati del Centro America e spesso sono inviati a supportare le sanità degli altri paesi. Ringrazio esco e vado in farmacia a comprare l'antibiotico
Assisto in diretta ad un tamponamento: un bambino attraversa di colpo la strada e un automobilista riesce a frenare di colpo, vennendo però tamponato da un altro veicolo. Tirata d'orecchi al bimbo e alla fine tutti tranquilli
tracce d'Italia
dovendo far saldare il supporto della borsa laterale, qesta piccola officina mi sembra essere perfetta per questo: detto fatto e in 10 minuti l'attacco è riparato
ora inizia la zona montuosa del lago Atitlan
poi, senza il minimo segnale di avviso, mi trovo letteralmente senza più la strada ! L'alluvione dei giorni precedenti ha letteralmente trascinato via un ponte e smembrato la strada nei punti vicini. Alla fine devo attraversare il fiumiciattolo che poi è poco più di una pozzanghera, ma che per un motociclista off road del mio livello è come il Rio delle Amazzoni
qui mi sono concesso una specie di granita, ma data l'ora sono incappato nell'uscita da scuola e i bimbi hanno letteralmente preso d'assalto la moto
bassa stagione = nebbia...mi sento a casa
finalmente arrivo al lago e Giove Pluvio mi concede una pausa di circa 30 minuti. Riesco perciò a mangiare, togliermi la giacca e guardare il lago. Bello intendiamoci, però è sempre diffiicle per un italiano rimanere affascinato dalla bellezza di un lago. L'Italia ne è piaena. Come nel 2008, quando in Kazahkistan feci una deviazione per andare al lago Burabai, indicato come una delle mete imperdibili del paese. indimenticabile guardare i kazaki vicino all'acqua del lago, gente che magari nella loro vita per la prima volta vedevano una distesa d'acqua. Il lago era bello, ma non una meta in sè imperdibile
Io percorrerò la parte sud del lago per poi risalire e tornare sulla Panamerican Highway questo il percorso fatto attorno al lago
Vuoi mai dire che non potesse piover fino a sera ? Trovo riparo da una scuola e chiaccherando col bidello, scopro che è sia scuola elementare che superiore. per risparmiare al mattino fanno lezione quelli delle scuole superiori e al pomeriggio diventa scuola elementare. Così una sola struttura può servire un numero doppio di alunni. Alcuni insegnanti tengono lezione sia al mattino che al pomeriggio
smette di piovere, però il mondo è una bilancia e il destino tanto da e tanto toglie. L'assenza di pioggia viene immediatamente compensata dalla mancanza di asfalto
un oretta di off road e ritrovo delle abitazioni
ad un distributore, un benzinaio gentilissimo non si limita a darmi delle indicazioni, mi disegna una mappa
riprende a piovere, ma sono arrivato sulla Pan American Highway
ormai è sera e mi fermo a Nahuala. C'è un solo albergo, ma con un problema, non ha il parcheggio e io la moto in strada, anche chiusa, non la lascio di certo. Il corridoio per entrare nell'albergo è troppo stretto e la moto non ci passa. Mi suggeriscono di andare un poco più avanti per la strada principale e chiedere alla stazione dei bomberos (i vigili del fuoco) se mi possono tenere in custodia la moto. Ci vado e sono gentilissimi e mi dicono che posso tranquillamente lasciare la moto nel cortile. Forse hanno anche da dormire, penso, invece che l'albergo pago loro. Gli chiedo se hanno una stanza e mi dicono che non c'è problema, se mi adatto c'è una branda in una stanza con delle attrezzature: un secondo e ho già dimenticato l'albergo.
scopro che non è possibile pagare. Sono dei volontari e non possono accettare del denaro.Ieri avevo visto lungo la strada dei pompieri che raccoglievano offerte di denaro lungo la strada. fate finta che abbia fatto un offerta in quel modo. Niente: sono ospite e basta. la moto me la fanno chiudere nella rimessa coi loro mezzi di intervento. Faccio la doccia e poi esco per andare a mangiare qualcosa: una friggitoria di pollo nella piazza principale si rivela vincente.
rientro dai pompieri, guardo con loro un tempo di una partita di qualificazione ai mondiali del Nicaragua e poi vado a nanna.
sabato 8 giugno
Foto di rito al mattino e per alcuni minuti sono nominato bombero onorario
vado a fare colazione e nella piazza del paese, ci sono giòà le bancarelle del mercato
non so bene cosa sia, ma la mangiavano tutti
due ragazzi mi chiedono se sono quello della moto arrivata ieri notte e poi mi dicono che domani ci sarà un motoraduno con giro del lago. Sarei tentato, ma avrei partecipato, fosse stato oggi. Ho studiato un percorso di rientro a Mexico City che passa per Acapulco e non allungo di poco il percorso. Però mi fa piacere che me l'abbiano chiesto.
vorrei almeno arrivare in Messico
oggi a malapena farò 180 km, ma con queste strade e la pioggia diventa sempre complicato fare delle previsioni o delle tabelle di marcia
controllo la pressione delle gomme
ricomincio a salire e ricomincia la nebbia
quando sparisce la nebbia, arriva la pioggia, solo che stavolta devo proprio fermarmi. Del resto se per procedere in salita dovete mettere la prima, potete capire cosa voglia dire guidare soto pioggia torrenziale e vento di traverso nelle parti in discesa. Come al solito vedo che anche i biker locali si fermano. Purtroppo saranno sote da oltre un ora e a metà pomeriggio inizio a dubitare di arrivare alla frontiera. Alle 3 circa mi fermo da una pulperia che ha un minimo di riparo e poi visito la casa annessa.
ci sono mamma e figlia che stanno preparando il pranzo che oggi, essendo sabato sarà un poco più tardi
questa è la figlia, 19 anni e figlio di 2, oggi preparano la pasta
non è che la pioggia abbia smesso, però è un poco diminuita: me ne faccio una ragione e mi sciroppo gli ultimi 60 km sotto l'acqua. Alla frontiera il Guatemala è ok, ma il Messico un ko inaspettato. All'imigrazione nemmeno un problema, ma alla dogana mi chiedono di parcheggiare la moto e consegnarli i documenti. Ahia mi dico e ahia diventa.Alla fine diventerà una sosta da quasi 3 ore. La moto era stata comprata in Texas e portata in Messico. Erano stati fatti i documenti per l'importazione usando la documentazione USA. In seguito tutto era stato regolarizzato all'uficio della motorizzazione di Città del Messico ed erano stati emessi dei nuovi documenti e io quelli avevo con me. Il problema è che alla dogana risultavano ancora i dati relativi alla documentazione USA e quindi non c'era corrispondenza fra i miei documenti e l'importazione della moto. A un certo punto avevo pensato che come avevo potuto provare l'esperienza della sanità, forse stavo per toccare con mano la vita carceraria del Centro America. Questa la piazzola dove ho dovuto sostare alla frontiera messicana.
Inizia a fare buio e quindi mi rassegno a dormire nell'unico albergo vicino alla frontiera. Un camionista mi aveva detto che le camere costavano 15$. Arrivo, la proprietaria mi guarda, poi da un occhiata alla moto e mi chiede 25$. vaf*******, non è per i 10$ però queste cose mi fanno imbestialire: piuttosto dormo per strada. C'è ancora luce e ha smesso di piovere: tiro dritto fino a Tapachula e un tassista, per 2 $ mi porta da un Hospedaje (hotel economico) da 10$: perfetto.
esco e vado nella piazza centrale e ci sono le bancarelle per via di una specie di fiesta
alla fine riesco anche a trovare la schiuma da barba...a Guapiles in Costa Rica avevo scordato il beauty con sapone rasoio ecc...
domenica 9 giugno
Ormai ho deciso, raggiungo Acapulco e poi Città del Messico, seguendo la litoranea messicana in mezzo ho notato che c'è anche Puerto Escondido: non ho mai visto il film, ma ne ho sempre sentito parlare. In mezzo cisarà pure qualcos'altro.
per colazione scelgo questo road bar...è davvero sulla strada: piadina da applausi
sono in Chiapas e i posti di blocco di polizia e militari si succedono in continuazione. ogni volta che spiego che la moto l'ho comprata a Città del Messico e che prima del volo di rientro la vendo, mi chiedono quanto chiedo. Di solito sto un 30% sotto al prezzo che io e Oscar abbiamo indicato nel contratto di vendita: il fatto è che ovviamente risulta vantaggioso, a tal punto che ogni volta mi tocca prenderer nota di nome e di cellulare di almeno un militare che si offre di acquistarla.
a mezzogiorno il sole picchia come una mazza da baseball e devo fermarmi per bere: in questo paesino la sosta però si prolunga. Da questa specie di pulperia mi fanno sedere e poi iniziamo a parlare dell'Italia. Il signore anziano ha dei riferimenti ben precisi dell'Italia: Sophia Loren e Gina Lollobrigida e vari film degli anni 60. In generale siamo sempre associati a qualcosa di bello e speciale: solo gli italiani non se ne rendono conto.
verso le 3 del pomeriggio la sosta è d'obbligo da questo gruppo di biker messicani lungo la strada. Si tratta di un raduno benefico allo scopo di raccogliere fondi per i disastri provocati nella zona dall'ultimo uragano
Ultima modifica di momi20 il Sab 7 Set 2013 - 15:13 - modificato 2 volte.
momi20 Utente Esperto
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Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo" Dom 4 Ago 2013 - 18:09
questo moccioso di 9 anni sicuramente guida meglio di me
li saluto, stiamo andando in direzioni opposte
e mi accorgo che l'uragano ha davvero fatto dei danni
finalmente un indicazione di Acapulco, è fatta
sono vicino ai 400 km oggi e sto valutando se fermarmi a dormire a Tehuantepec, quando a meno di 15 km la moto inizia a perdere colpi: ancora ? Mi fermo (l'altra volta aveva funzionato), ma niente da fare, riesco a tenere al massimo la terza, ma appena do un poco di gaso il motore non ne vuole sapere di prendere i giri. Vedo l'indicazione di un paese Mixtequilla e chiedo a una signora lungo la strada se è lontano. Sono nemmeno 2 km: ci sarà pure un meccanico..ahh già: oggi è domenica. Riesco ad arrivare al paese e trovo anche il meccanico ovviamente chiuso, sono quasi le sette di sera. Mi rassicura il fatto che vedo macchine e camion di ogni marca e tipo: sapranno mettere le mani dappertutto. Giunge una macchina: sono i due meccanici. Accendo la moto e dopo mezzo minuto il responso: "Carburador senor" Domattina alle 8 mettimao a posto tutto. In paese non ci sono alberghi, ma solo una specie di rifugio naturalistico che ha camere e cabinas. Non è che posso permettermi di scegliere.
quando una cosa nasce storta, dopo si piega ancora di più. La sistemazione più economica è una mazzata 300 pesos ( 18 €), però non ho scelto. In pratica, a parte una coppia che credo si sia fermata a trombare per le classiche 3 orette dell'affito minimo, sono l'unico ospite. Come cane da guardia c'è un doberman davvero minaccioso, ma è legato. C'è un muretto e poi una zona con gli stenditoi e quindi, una volta scaricata la moto, vado a stendere i vestiti da viaggio. La prendo larga calcolando mentalmente la lunghezza della catena del doberman. Salgo sul muretto e inizio a stendere. sento ringhiare dietro di me. Vedo un altro cane decisamente grosso, differente come razza e anche per il fatto che non è legato. Abbaia e poi si muove. Scopro che il mio ginocchio è miracolosamente guarito e con una velocità di cui non mi ritenevo capace salto giù dal rialzo e corro verso il ristorante del resort girdando "Senora el perro!!" Il perro salta giù anche lui, ma riesco ad arrivare dai tavoli e lo fermano. Cuore in gola, ma ho testato lo stato del ginocchio. Non ci penso minimamente a fermarmi lì per mangiare ed esco per tornare al paese, in fondo la moto ai 40 km/h ci arriva. Quando rientro, mi dicono, devo suonare il campanello e mi vengono ad aprire, così tengono tranquillo il doberman che alla notte viene liberato.
la chiesa di Mixtequilla
come avvenimento notturo di intrattenimento scopro un torneo di pallavolo femminile proprio dietro la chiesa
ceno in un ristorante proprio dietro l'auditorium
ormai è buio e posso anche tornare a dormire, ma sento delle voci da un altoparlante e che sarà mai ? Una di quelle cose che alla fine ti fanno ringraziare il fatto che un problema al carburatore ti abbia costretto a fermarti a Mixtequilla.
C'è un corteo di un candidato alla carica di sindaco per la città di Mixtequilla, che è in procinto di iniziare la sfilata per le strade della città
dopo che ho scattato alcune foto vengo immediatamente arruolato nella sfilata e mi regalano maglietta del candidato e bandiera del partito.
Il candidato Benito Orozco Mendoza penso abbia vinto, perchè se guardte alla pagina 6 di questo pdf, http://www.ieepco.org.mx/acuerdos/2013/plamovciu.pdf trovate il suo nome nella municipalità di Mixtequilla: il suo partito è il Movimento Ciudadano
Ottengo anche il privilegio di una foto col candidato
il corteo inizia poi a procedere per le strade della città: io seguo con la mia moto i camioncini che diffondono "El Pueblo unido jamas serà vencido": mi tolgo gli ultimi dubbi circa la parte politica cui appartenga Il Movimento Ciudadano. Del resto concorrono alle elezioni 3 partiti e sono tuti di sinistra: chissà se qui il PD riuscirebbe ad organizzare delle primarie senza pasticci.
arriviamo al palco dove viene presentata tutta la squadra del potenziale sindaco..anche qui mi sembra che ci sarà qualche stipendio di troppo in circolazione
la velina locale non era poi male: infatti rimango ad ascoltare il comizio per una decina di minuti
una granita per chiudere la serata.
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Titolo: Re: AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo"
AmericaCentrale 2013: "Yo soy italiano, no gringo"