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 Una motocavalcata sfortunata

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2 partecipanti
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piccio1954
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Numero di messaggi : 159
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Una motocavalcata sfortunata Empty
MessaggioTitolo: Una motocavalcata sfortunata   Una motocavalcata sfortunata EmptyMer 16 Lug 2008 - 8:23

Motopolenta 2003, San Severino Marche – Motocavalcata non competitiva

E’ sabato notte, abbiamo appena finito di cenare, tutti noi frequentatori del sito Soloenduro siamo fuori dal ristorante a guardare le stelle.
Siamo a metà ottobre e ci sono 16 gradi, l’estate più calda degli ultimi 50 anni, 5 mesi che non piove, luna quasi piena, nessuna nuvola all’orizzonte.
Alla faccia di quel gufo di Ziki, e alle previsioni del tempo che davano neve, domani ci sarà bello e ci divertiremo un mondo.
Domenica ore 7 di mattina, chi cacchio è che continua a tamburellare su una tettoia fuori dalla finestra della camera da letto, mi alzo per chiudere la finestra e vedere chi rompe.
Non ci posso credere, una pioggerellina rompicoglioni bagna tutto e la temperatura è precipitata a zero.
La maledizione di Ziki ha colpito ancora, sento una voce nella camera di fianco, “gli si grippasse il Gas Gas”
La voglia di dare forfait è grande, la moto è ancora sul carrello, basterebbero 15 minuti, le valige verrebbero richiuse e via verso il sole di casa.
No è un pensiero da pensionato, che figura farei, ho fatto 400 km per venire fino a San Severino, sono curioso di conoscere il loro terreno mangia gomme, le loro salite impossibili, e poi Matrix, Inox e Biagio si sono dati da fare e mi aspettano in piazza, vabbè mi vesto, ma è dura.
Le maledizioni provenienti dalle altre stanze mi indicano che si stanno alzando tutti, Mx, Steppenwolf, Rotax, Nacrak, Marzio, Spalanca e come sempre buon ultimo Uccio.
Intanto piove sempre più forte ed è ora di avviare la moto.
Uno, due, tre colpi, non vuole partire, quattro, cinque, niente non ne vuole sapere, chissenefrega siamo sul cucuzzolo della montagna la avvio in discesa (speriamo che dai vetri del refettorio quei quattro debosciati che fanno colazione non mi vedano spingerla fino alla discesa).
Seconda marcia, culata sulla sella e vai, e vai, e vai, PLO PLO PLO – PLO PLO - PLOOO
Cavolo, niente è morta, non ci posso credere, mai successo in 24 anni di enduro, e proprio in trasferta.
Discesa con pendenza 20% , riprovo, seconda marcia, culata e via, la stronza borbotta, da uno scoppiettio e poi zoppicante si avvia, però va male, sbaglia i colpi, la carburazione non si pulisce nemmeno tirando le marce, così a singhiozzo arrivo in piazza.
Il colore arancio regna sovrano, praticamente un monomarca KTM.
Di Huskvarna c’è solo la mia e va pure male, fuma come un camino, e sbaglia dei colpi ma nessuno se ne accorge (forse).
Piove forte, dopo 20 minuti, finalmente arriva il resto della truppa (cosa abbiano fatto in albergo con mia moglie per tardare così tanto non ho il coraggio di chiederlo).
Tutti pronti , finalmente si parte, no anzi manca Biagio che sta cercando un distributore aperto, il lavativo ha avuto il coraggio di arrivare senza benzina nonostante abiti a 2 km.
Sono in apprensione la vigliacca si è raffreddata ora ripartirà ? sai che figura se non partisse, unica Husky in un mare di KTM e alcune piccole oasi il TM di Stepp,la Vor di MX,la Yamaha di Rotax.
Orazione, concentrazione, primo colpo, e vai, alee, oh oh.
Gruppo Soloenduro: partenza, stradina asfaltata, al primo incrocio io ne conto quattro o cinque gli altri boooooooo? al secondo due vanno a destra e due a sx, al terzo bivio resto solo.
Non uno ha preso la direzione giusta, partiamo bene.
Finalmente vedo una freccia con la punta in avanti, è la strada giusta, le altre avevano tutte la punta verso di me.

Sono solo, si entra subito nel vivo, bel sentiero in salita la gomma attacca che è una meraviglia, finalmente ci divertiamo, 100m e comincia a nevicare, FORTE, la maledizione di Ziki ha colpito.
Canale 5 non ha mai beccato una previsione del tempo negli ultimi anni, proprio oggi doveva indovinare anche l’orario.
Chissenefrega a me la neve piace; DAG DAL GAS.
Ricompaiono ai bivii come per miracolo i dispersi, non uno arriva dalla stessa direzione.
In qualche modo ci ricompattiamo ma sembriamo delle falene con la luce, le frecce rosse che indicano la direzione, sono diventate bianche il fondo è bianco e arriva pure la nebbia .
La moto va male tende a spegnersi in un pezzo di asfalto si spegne definitivamente.
Cambio la candela sotto il diluvio (la prima volta durante un giro) la maledetta riparte, ma continua ad andare male, mentre guido rimugino e deduco che se non è un problema di candela potrebbe essere entrata una goccia di acqua nel carburatore, del resto è stato tutta la notte sotto la pioggia.
Arrivo al primo ristoro dopo 20km con una gran voglia di rientrare, ma Stepp mi insegna come eliminare la goccia, tutti mangiano, bevono e sghignazzano, io vuoto il carburatore.
Aldino e Andrea V non aspettavano altro per denigrare la mia moto, la sera prima ero andato giù pesante coi giudizi sulle loro Gas Gas .
Nevica forte, fiocchi pesanti, si riparte, la moto sembra essersi messa a posto, che libidine con la neve. Unico problema è toglierla dagli occhiali, andiamo alla cieca.
Sono 20 km di puro divertimento poi in mezzo a un sentierino di montagna l’infame si spegne ancora.
Rivuota la vaschetta, ricambia la candela, niente è morta.
Arrivano Uccio e Biagio e non sanno cosa dire o cosa fare, forse un’orazione funebre sarebbe opportuna. Nevica, cacchio è freddo, non so dove sono e sono a piedi, indietro non si torna, il sentierino è largo 30cm, sono sinceramente preoccupato.
Con la forza della disperazione spingo la moto fino a una discesa, a fatica riparte, arrivo con la moto singhiozzante al secondo ristoro, tutti mangiano, bevono e ridono, io sono assorto nei miei pensieri e vorrei tornare in albergo ma siamo in mezzo a un bosco e non si vede traccia della strada asfaltata.
Riparto incazzato per dei sentieri bellissimi dove utilizzo marce sconosciute, la quarta e la quinta, forse erano la seconda volta che venivano inserite (dalle nostre partii solo prima e seconda, la terza di rado).
Mentro mungo delle gran manate di gas, continuo a pensare a cosa possa causare il problema considerati esclusi sia la candela che il carburatore.
Dopo che per una ennesima volta si spegne in una pietraia impestatissima in discesa, un'intuizione risolve il problema, tocco il pulsante di massa e mi sembra di avere toccato il comando della postcombustione, la iena si accende di colpo e mi ritrovo in discesa a manetta con una mano sola sui sassi innevati, qualcuno veglia su di me e ne esco vivo.
Strappo la gomma protettiva del pulsante ed escono due rane con tutta l’acqua dello stagno.
L’ incubo è finito posso ricominciare a divertirmi anche se gli occhiali sono un blocco totale di neve marcia e la manopola sinistra comincia a girare a vuoto.
Mi riaggancio con Biagio e facciamo una buona parte del percorso insieme.
In discesa sto davanti io e in salita lui, ai bivi il paguro si attacca pure ai miei tovagliolini di carta usati, per pulire gli occhiali.
In una discesa infinita passiamo Aldino e Andrea V intenti a ravanare sul carburatore gelato delle loro Gas Gas ( ahr,ahr, la vendetta è un piatto che va consumato freddo, è proprio il caso di dirlo perché si gela).
Mancano 20km alla fine, continua a nevicare, non capisco ma la quantità di gas che do con la mano destra non corrisponde al movimento in avanti della moto, giro tanto e mi sposto poco.
Ci mancava anche questa, gira anche la manopola del gas, TANTO. Mai successa una cosa del genere (in genere quando piove forte sto a casa) e pensare che sono pure legate col filo di ferro.
Per riuscire ad andare come una panda a metano devo stringere in un modo esagerato la mano, mi passano tutti e resto solo.
E’ dal secondo ristoro (50km fa) che non incrocio una casa o una strada, sono in mezzo al nulla, solo neve e nuvole basse, nessuna possibilità di uscirne vivo, devo continuare col braccio destro sempre più duro dallo sforzo di stringere la manopola.
Ogni tanto incrocio Stepp e Mx ai quali cerco di raccontare le mie sfighe ma non mi cagano e tirano diritto, all’ultimo incontro sono loro a dirmi che la Vor di Mx è morta e l’hanno abbandonata contro un albero ( scoprirò poi che per rientrare Mx ha trovato uno completamente cotto e gelato, che lo ha implorato di riportarlo a casa).
Sono completamente bagnato, ho freddo, sono stanco, le due manopole che girano a vuoto, ci mancherebbero anche i crampi e poi sono a posto.
Della serie “la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo” detto fatto, crampo terribile alla coscia interna destra, posso guidare solo con la gamba aperta, se la chiudo mi torna la fitta, dopo qualche chilometro alla Carla Fracci, parte anche il crampo alla coscia sx.
Sembra una situazione fantozziana, giro un gas che non gasa, le gambe aperte e non posso appoggiare i piedi sulle staffe perché il dolore diventa lancinante.
Finalmente arrivo a un bivio il mio trip segna 98 km oramai è finita, freccia viola diritto, freccia nera a destra, sono intirizzito, batto i denti, che cosa voleva dire freccia nera, facile o difficile? Booooooh ?
Aspetto il prossimo che passa per chiederglielo, nelle mie condizioni non posso rischiare di ficcarmi per errore in qualche buco orrido, 5minuti, 10minuti, nessuno.
Non posso mica stare qua come un calippo fino a stasera, mi decido freccia viola, è andata bene, dopo un chilometro diventa asfaltato, un Pater Ave e Gloria ci starebbero bene.

I due chilometri di asfalto che portano all’albergo sono un tormento, batto i denti e tremo tutto, solo il miraggio di una doccia calda mi da la forza di proseguire.
Penso realmente di chiedere rifugio a qualche casa con le finestre illuminate che vedo durante il percorso poi stringo i denti e continuo.
Sono le 15, è dalle 9,30 che sono sotto la neve e un pensiero m’assale “ e se mia moglie si fosse rotta di aspettare e fosse uscita a pranzo ? ” mi viene quasi da piangere a pensare di potere avere una sfiga del genere.
Il telefono cellulare l’ho dentro a una tasca interna della giacca, ma è impensabile riuscire a tirarlo fuori e a fare il numero con le mani rattrappite a malapena riesco a muovere l’indice per frenare.
Entro in albergo con gli stivali fradici ai piedi, il gestore mi guarda storto ma non rompe, avrebbe dovuto strapparmeli dai piedi lui per torglierli.
Per fortuna la mia dolce metà è in camera che mi aspetta, mi aiuta a spogliarmi, sembro un’aragosta, sono tutto rosso e non sento nemmeno la temperatura dell’acqua bollente della doccia.
Per circa mezz’ora, mi esce solo un filo di voce non riesco a parlare, la gioia di mia moglie è tangibile, è la prima volta che taccio per più di 10 minuti in 30 anni che stiamo insieme.

Ho deciso il prossimo anno ci ritorno, ma non d’inverno.

Piccio
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Vixt
Utente Esperto
Vixt


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MessaggioTitolo: Re: Una motocavalcata sfortunata   Una motocavalcata sfortunata EmptyMer 16 Lug 2008 - 9:47

Figata!
Ti sei divertito di brutto......!
E' proprio vero,l'endurista è per sua natura un masochista,se non soffre non si diverte. cheers
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https://www.youtube.com/watch?v=-UTpB529AIE&list=PLcV0RHJlA-
 
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