Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Mar 21 Set 2010 - 22:54
Ciao ,e saluti a tutti i forumisti su due ruote e ai 429 ufficialmente registrati del forum della Suzuki 350. Quest’anno però ho dovuto “tradire” il mio DR 350. Guardando a gennaio una slideshow del New York Times, questa per la precisione http://www.nytimes.com/slideshow/2009/11/24/travel/20091124-highway-slideshow_index.html, mi ero iniziato ad interessare alla possibilità di una vacanza in India. Raggiungerla via terra, da Modena, fino a New Delhi (Italia-Turchia-Iran-Pakistan-India) sarebbero stati poco meno di 9000 km( calcolo da Google maps ), senza particolari difficoltà stradali.
Inoltre avevo notato che il visto per l’Iran non comportava particolari problemi. Sull’attraversamento del Pakistan mi aveva rassicurato un ragazzo che lavora per un corriere e spesso passa dalla mia ditta. Nato in Pakistan, vive e lavora da alcuni anni in Italia: la sua famiglia risiede nel sud del paese e l’itinerario per raggiungere l’India attraverso il Pakistan che vedete in foto lui lo aveva definito senza problemi. Compro la cartina del Pakistan, ho già quella dell’Iran e inizio ad informarmi per il Carnet Du Passage necessario in Iran. Per riportare la moto indietro trovo in alcuni forum delle voci che parlano di una spesa sui 400$ per riportare la moto via nave in Italia. Poi ad aprile (o giù di lì) mazzata: la frontiera Iran –Pakistan via terra è chiusa: e chi se lo aspettava ? A quel punto potevo pensare di arrivare in Iran e poi spedire la moto via aerea o nave in India e poi via nave in Italia…budget fuori portata. Andata e ritorno della moto via nave per e dall’India…come sopra. Passare dal Tajikistan e dalla Cina…troppo poco tempo per organizzare una rapina in banca. Non mi rimaneva che una possibilità: volo + noleggio in loco della moto ed è quello che ho fatto.
Questo il mio itinerario in senso antiorario in verde: i pallini rossi i posti dove ho dormito. Sono partito e rientrato a Delhi.
Ho percorso circa 5200 km (in seguito spiegherò perché) dal 6 di luglio al 1 agosto ed ho attraversato 6 stati dell’India
Per la voce spese
Visto per l’India (consolato di Milano)---------------------------------------100 € Volo a/r Bologna-New Delhi (via Istanbul)---------------------------------490 € Noleggio Royal Enfield Electra 350cc (da 06/07/10 a 01/08/10)-----247,59 € Assicurazione on line------------------------------------------------------------ 88 € Vitto, alloggio, benzina, souvenir, musei ecc…--------------------------532,41 €
Totale--------1458 €
Ho iniziato a cercare su internet, con un primo problema: in India oltre a girare a sinistra, anche le moto hanno i comandi rovesciati: cambio a destra e freno a sinistra. La scelta quindi si riduceva, inoltre a dirla tutta volevo usare una Royal Enfield. Ho trovato questo negozio
http://www.tonybulletcentre.com/
dopo un po’ di mail ho avuto il prezzo per noleggiare una Royal Enfield 350 . 550 rupie indiane al giorno, circa 9,17 €.. Comunque a Delhi c’è un quartiere Karol Bagh completamente pieno di negozi di nolleggio, vendita e riparazione moto: oltre alla possibilità di acquistare ogni tipo di accessorio, dal casco allo spillo. Suggerimento: arrivate, andate a Karol Bagh, fate il giro dei vari negozi, provate le moto e poi scegliete la miglior offerta. Fossi un pilota appena appena decente avrei senz’altro nolleggiato una Honda Hero 135cc, leggera e maneggevole, ma non l’avevo trovata coi comandi ordinari. Poi l’idea di guidare una Royal Enfield, non mi dispiaceva: nel 2008 era una delle moto che avevo valutato per l’acquisto, prima di orientarmi sul Suzuki DR 350. Per il volo ho trovato un’ottima offerta della Turkish Airlines: Bologna-Istanbul-New Delhi a/r a 490 €. Sono partito il 2 di luglio e sono tornato il 3 di agosto. Il periodo era buono per girare la zona del nord, Ladak e Kashmire, anche per il fatto che la tratta Manali-Leh è aperta da maggio a metà settembre e la Leh- Srinagar da aprile a metà settembre: al di fuori di questi periodi solo in aereo è possibile raggiungere Leh o Srinagar. Uno degli obiettivi del viaggio era il passo del Khardung La: 5600 mt sui cartelli indiani ma che in realtà dalle ultime rilevazioni dovrebbero essere 5.359 e che gli indiani definiscono il passo carrozzabile più alto al mondo. Esistono passi più alti e misurati, ma in alcuni casi i veicoli sono stati portati nelle vicinanze e di altri in zone del Tibet non si sa esattamente da quali tipi di veicoli siano percorribili. Gli indiani tengono a far notare che per carrozzabile intendono percorribile da ogni veicolo.ed io infatti ne ho viste di tutti i colori. Sinceramente una volta arrivato al passo del Khardung La, 40 km a nord di Leh non avevo chiaro dove poter andare. Da un forum indiano e alcuni giornali il Jammu Kashmir era in sommossa e verso maggio l’ambasciata italiana a Delhi sconsigliava nella maniera più assoluta di recarsi in quella zona…a parte le Maldive mediamente ti sconsigliano sempre parecchi posti. Poi alla fine mi sono detto che male fosse andata sarei tornato a sud percorrendo in senso inverso la Manali-Leh.
Attrezzatura da viaggio Il casco lo avrei trovato in loco: troppo ingombrante. Guanti: recupero quelli da sci di mio fratello più adatti di quelli dello scorso anno: ho 2 passi oltre i 5000 mt e altri oltre i 4000
la mia solita antivento arancione non sarà sufficiente col mio pile da 10€. Colpo di fortuna alla Decathlon di Faenza ai primi di maggio trovo le ultime svendite invernali e questo giaccone in saldo a 76€ si rivelerà perfetto nella parte di montagna
Ho cambiato la macchina fotografica ,che per una caduta non chiudeva più bene lo sportellino: inoltre lo zoom 6x era un deboluccio per i paesaggi che mi aspettavo di trovare. Su www.bow.it ho trovato davvero una buona offerta per la Kodak Easyshare Z950 con zoom 12x: poco più di 120€ con la spedizione
Per la parte elettronica un lettore di schede, il mio PC mini della Asus e il gorilla tripod
Pianificazione del viaggio: in pratica verso maggio mi è arrivato il materiale comprato su Amazon.co.uk: vi metto i prezzi comprensivi della spedizione
Mappa 6, 8 € ( ottima)
Per la guida apro una piccola parentesi. Da tanto tempo cerco di limitare l’uso e l’acquisto delle Lonely Placet e il motivo principale è che sempre più spesso i curatori delle varie guide sono soliti chiedere sconti o tariffe agevolate in cambio della citazione del locale o albergo in cui queste persone si rivolgono. Da alcuni anni ho scoperto la collana delle Footprint, collana inglese distribuita nelle versioni italiane dalla WhiteStar (http://www.whitestar.it/shop/root/ricercaavanzata.asp?collana=203) . Nata nel 1924 con la prima guida South American Handbook è una collana davvero interessante, scritta proprio per studiare degli itinerari. Andate a leggervi la storia di questa collana, merita. Purtroppo la guida sull’India non esiste in italiano, quindi ho dovuto prendere quella in inglese, che comunque con un solo volume copre tutta l’India a differenza della LP che ti obbliga a comprarne 2. Prezzo 15,6 €
frasario Hindi + Urdu – Inglese 9 € (usato raramente, con l’inglese si è a posto nel 99% dei casi, perlomeno nelle zone che ho attraversato io)
Poi come detto, il mio pile, 3 magliette grigie, 2 paia di jeans, scarponcini, scarpe da ginnastica, 2 magliette a manica lunga leggere, una pesante che con un paio di pantaloni lunghi da palestra funge solitamente da pigiama, 2 paia di calzettoni imbottiti, 2 di calzettoni da palestra, 3 paia di mutande e un poco di medicine e roba da toeletta. La giacca pesante era comunque troppo ingombrante e quindi ho spedito lo zaino nel bagaglio aereo, tenendo lo zainetto piccolo con roba elettronica e una borsa a mano col giaccone e i guanti come bagaglio a mano. Avevo il bancomat internazionale, la carta di credito e circa 1150 $ in contanti nella mia cintura portasoldi. Citazione dovuta per il mio amico Fabrizio detto “Beuto” che mi ha accompagnato all’aeroporto e mi è poi venuto a prendere al ritorno
Qui sono al chek-inn a Bologna
arrivo a Delhi alle 3,40 di mattina ( se risparmi c’è qualche piccolo sacrifico): i taxi hanno un prezzo concordato di 400 ( 6,6 €)rupie, ma memore della esperienza in Birmania mi dico che deve per forza esserci un mezzo più abbordabile per raggiungere la zona della stazione centrale dove ho l’albergo…infatti gironzolo fuori e chiedendo trovo il bus: 30 rupie, mezzo euro
la nuova stazione centrale di Delhi
la mia strada Main Bazar, in piena ricostruzione, sono circa le sei del mattino
prendo un tè
poi trovo il mio hotel, lo Smyle Inn, in una laterale, circa 6 €, ma ho tutto il piano a mia disposizione…si perché la mia è l’unica camera agibile del secondo piano, le altre le stanno risistemando i muratori
aspetto le 8 per la prima colazione e poi decido che è inutile aspettare ed esco per andare al negozio a definire il noleggio della moto. Sinceramente non amo usare come trasporto i risciò a pedale e visto che esiste la metropolitana, la rete ferroviaria e i bus decido per quanto possibile di usarli. Scarpino un poco, ma arrivo alla fermata della metro, poi scendo alla fermata di Karol Bagh e ci metto un pochetto a trovare il negozio
mi fanno vedere la moto e poi decido di venire a definire il contratto sabato pomeriggio e di partire domenica il 4 , anche per il fatto che qui il lunedì è giorno di chiusura. Voglio almeno 2 giorni per visitare Delhi e penso che la cosa migliore, per entrare un poco nell’idea del paese sia di scarpinare e usare i mezzi pubblici. Prendo la cartina trovata in albergo e vedo un tempio il Birla Mandir in zona: 40 minuti e ci arrivo. Non è poi piccola Delhi. Interessante che questo tempio fu inaugurato nel 1938 da Gandhi a patto che potessero entrare persone di ogni casta e religione
verso sera, tornato in albergo scopro che vicino alla stazione c’è un edificio con tutta una serie di piccoli ristoranti uno attaccato all’altro: è il mio posto.
il mio primo pasto indiano ( a pranzo, carboidrati, avevo comprato del pane, oltre alle banane per il potassio)
Sabato mattina (3 luglio) torno al negozio e scopro che non possono accettare pagamenti col bancomat o la carta di credito, solo che la cauzione da lasciare, oltre al costo del noleggio mi costringerebbe ad usare troppi dei contanti che ho con me. Poi devo anche fare al volo un’assicurazione. Inoltre scopro che in India, a parte Mumbay, il noleggio è vietato. Il contratto che stipulerò è quindi una falsa vendita, in cui il Tony Bike Center si impegna a ricomprare la moto dopo un certo periodo (il noleggio) ad un prezzo stabilito, la cauzione. Esco trovo uno sportello e…credito insufficiente, non riesco a prelevare più di 3000 rupie, cioè 50 €. In Italia è ancora venerdì: sms a mio fratello che come lo scorso anno quando ero in Ucraina mi comunica il problema: c’è un errore nei miei tetti di prelievo, mettono tutto a posto entro domani. Vabbè concluderemo il tutto domenica mattina.
compro una cosa utilissima in India: un piccolo asciugamano da tenere in tasca, che avevo visto maneggiare da quasi tutti, per asciugarsi il sudore. Per il clima è davvero simile alle maledette giornate calde e umide di Modena, solo un poco più caldo.
sto sul classico e raggiungo la Gate of India e poi la zona del parlamento
nel grande viale che porta al parlamento la gente e le famiglie si rilassano con picnic praticamente ovunque, oltre ai pulman che scaricano turisti a ripetizione, indiani e non
questo penso fosse un gruppo di hiras, gli ermafroditi indiani, Le anime femminili in corpo maschile, il terzo sesso, sono parte della cultura indiana sin dai tempi antichi, e come tale seguono precisi prescrizioni e rituali, appartenendo tutti a una stessa comunità.
alla sera rientro in albergo e prima di andare a letto decido che è meglio asciugare la maglietta: la stanza ha solo una piccola finestra, ma come nel 2007 nel sud est asiatico, mi vengono in aiuto le pale del ventilatore
Domenica 4 luglio
Col bancomat nada da fare e ovviamente non ho trascritto il codice per prelevare con la carta di credito: la mia organizzazione di viaggio è sempre ridicola da questo punto di vista. Al massimo mi farò spedire dei soldi con la Western Union ( come lo scorso anno), più tardi manderò un sms, ora in Italia è notte. Prima tappa della giornata la zona vecchia della città, Old Delhi.
Il Red Fort lo visiterò magari domani, prendo solo qualche scatto dall’esterno
mi interessa di più la moschea di Jama Mashid, la più grande dell’India
pranzo per strada, ma non so cos’è
nel pomeriggio permangono i miei problemi col prelievo e mio fratello è al mare a Rimini, dove l’ufficio della Western Union è chiuso. Lunedì mi farà l’operazione da Modena. Amen, mi toccherà partire martedì: che bello la mia tabella è già saltata almeno 2 volte.
Lunedì 5 luglio Subito al mattino presto torno a Old Delhi per il Red Fort, che è chiuso un solo giorno alla settimana…esatto: il lunedì, sulla guida gli orari di musei e monumenti sono all’inizio della descrizione, ma non ci avevo fatto caso. Nella mattinata il negozio era aperto per un paio di ore e quindi torno da Tony per provare la moto. È quella rossa
con un meccanico andiamo in un vialone fuori mano e dopo un paio di spiegazioni me la fa provare: abbastanza maneggevole. L’accensione a pedale richiede di dare un primo colpo in basso, tirare l’aria, un secondo colpo….ci metterò circa 2 settimane per imparare a farlo stando sul seggiolino: pazienza, tante prove e una marea di accidenti alla moto e a me che l’ho noleggiata. Infine il meccanico mi fa notare che sul fanale c’è il nome di una divinità e questa “ è una cosa buona”: perfetto adesso sono molto rassicurato
nel pomeriggio un sms mi conferma che i soldi sono stati spediti. Non è facile al lunedì, giorno di chiusura trovare un Western Union aperto, ma ci riesco nella piazza centrale di Delhi, Connaught Place: ovviamente il tabaccaio doe è andato mio fratello è riuscito a sbagliare la trascrizione del nome che non corrisponde per una lettera a quello del passaporto: denaro spedito, ma non ritirabile. Sms su sms riesco a far correggere il tutto e alle 15,00 locali ho i soldi necessari per la cauzione e il noleggio in contanti. Torno al negozio firmo il contratto, verso i soldi e mi accordo per ritirare la moto
A fine pomeriggio decido di andare al complesso del minareto Qutb con l’autobus
il giorno dopo devo andare a ritirare la moto, nel primo pomeriggio, comprare il casco e si le corde elastiche per fissare i bagagli
Ultima modifica di momi20 il Sab 10 Dic 2011 - 18:17 - modificato 3 volte.
willycamony Nuovo Utente
Numero di messaggi : 39 Data d'iscrizione : 19.09.10
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Mer 22 Set 2010 - 18:18
Momi20, mi devo complimentare con te, fai esattamente quello che desidero fare da anni. Grazie per farmi viaggiare con i tuoi resoconti di viaggio!
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Mer 22 Set 2010 - 20:44
willycamony ha scritto:
Momi20, mi devo complimentare con te, fai esattamente quello che desidero fare da anni. Grazie per farmi viaggiare con i tuoi resoconti di viaggio!
Grazie Willy, non mi resta allora altro da fare che continuare col viaggio
Una curiosità della sera : tornando dal minareto era ormai buio pesto ed aveva iniziato a piovere. Il mio autobus era privo di tergicristalli e a un certo punto la visuale dell’autista era davvero minima. Il problema è stato brillantemente risolto dall’addetto ai biglietti, guardate un po’
poco prima della partenza col titolare il sig. Rajesh Trehan alla mia sx…anche lui mi fa notare l’importanza del nome della divinità sul fanale, spero non sia questa la miglior qualità della moto !
Per i freni mi hanno detto che la moto è dotata di una frenata dolce, insomma un poco lunghetta. Io però sono nato vespista e fin da ragazzino più che a frenare ho imparato a schivare: è sempre un rischio usare i freni della vespa. Domando se in fondo la Enfield freni peggio di uno scooter e mi rispondono certo che no, sono a posto. Mi suggeriscono di non superare mai di troppo i 65/70 km all’ora nelle strade, ma tanto sono in vacanza e non mi corre dietro nessuno. Nella mattinata compro il casco a norma 700 rupie=11,5€
Ho caricato tutto, andando anche a comprare una borsa “originale” col cavallino Ferrari, che legherò lateralmente assieme all’altra piccola che ho con me. Una borsa per lato e dietro lo zaino. Mi danno i ricambi: camere d’aria, filo gas e frizione, candela più altre cose che non riconosco, ma penso serviranno, oltre ad alcune chiavi e cacciaviti. Aggiungono anche una pompa a piede per gonfiare le ruote: in caso di foratura in zona deserta, potrò gonfiare, andare piano, gonfiare di nuovo e ripartire fino a trovare un gommista…spero di no. Mi faccio spiegare come uscire da Delhi e verso le 2 del pomeriggio parto verso il nord. Il Traffico Indiano: su questo argomento ne ho sentite e lette di tutti i colori. In tutta onestà non l’ho trovato caotico o pericoloso, ma basato sul concetto di un fiume che comunque scorre, bisogna andare e se per proseguire hai bisogno di invadere un poco l’altra corsia, i conducenti del senso opposto si spostano perché lo capiscono. I pedoni spesso ti fanno dei cenni mentre sono in mezzo alla strada con la mano per dirti se devi passargli davanti o dietro. In autostrada, chi deve portare i bufali o le mucche al pascolo, non ha passaggi dedicati, attraversa la strada col bestiame. Con una velocità adeguata non ci sono problemi, se vuoi viaggiare oltre i 100 all’ora, potenzialmente te la vai a cercare. Inoltre, e lo dico davvero con simpatia, una volta ( tanti anni fa ) per 3 giorni visitai Napoli con un mio amico in macchina. Ad oggi nessuna città o tipo di traffico mi ha mai creato dei problemi. New York è roba da ridere, Caracas e anche la Jamaica sono meno difficoltose. A Napoli ti svegli sul serio e impari a non perdere tempo quando guidi. Per ridere cercate su you tube “traffic jam Napoli” e andate a vedere i video correlati, leggendo i commenti dei turisti.
Tutto sommato la preoccupazione principale era ricordarsi che in India si gira a sinistra, ma è stato sufficiente seguire il flusso del traffico. Dopo un paio di incroci sono su una grande strada a 2 corsie e vedo le indicazioni per la N1 che mi porterà a nord verso Manali. Per le piogge della sera precedente una corsia è letteralmente allagata a metà: ovvio la mia. Ingorgo dantesco. Vedo alcune moto che scavalcano e procedono nella corsia opposta contromano: è la mia prima ora alla guida della Enfield e freno il mio istinto di seguirli. Un errore che mi costerà quasi 2 ore per uscire da Delhi: noto però che nessuno dei guidatori dell’altra corsia si agita o un poliziotto che faccia un segnale. Immediatamente si crea un passaggio per permettere il transito contromano. Comunque esco da Delhi e capisco subito che è inutile suonare alle mucche ( quando dicono stupido come un bue), mentre capre e bufali ed esseri umani rispondono meglio al clacson, che viene usato continuamente da tutti. Dietro ad ogni bus, pulman o camion si leggono i cartelli “ Blow Horn” o “Horn Please”. La mia tabella di marcia va a farsi benedire immediatamente ma riesco ad arrivare a Karnali verso le otto di sera: devo aver fatto circa 140 km…dico circa perché si era rotto il contachilometri e non andava nemmeno l’indicatore di velocità: al volo avevo fatto cambiare il filo.
Che emozione il mio primo meccanico, il primo guasto e sono appena partito…speriamo che il nome della divinità sul fanale funzioni
Dopo mezz’ora di nuovo muore l’indicatore della velocità, ma continua a segnare i km, che è la cosa più importante. A Karnal trovo una guesthouse, sulle 300 rupie, poco meno di 5 euro
anche il parcheggio coperto
Ormai è sera e penso solo alla cena: 200 metri fuori della mia GH risolvo il problema. Sempre comodi i ristoranti dove puoi oltre ai tavoli guardare anche la cucina mentre preparano i piatti, li adoro.
Mattina del 7, mi alzo presto per gironzolare la città a piedi: la mia guida della Footprint la liquida con 2 righe, ma qualcosa d’interessante camminando si scova sempre. Vedo una specie di minareto spiccare in mezzo alle case e mi inoltro per i vicoli della città
qui conosco delle persone (musulmani), sono in una madrasa, una scuola cranica, poi due di loro mi portano a prendere il te e quindi mi accompagnano da un altro monumento
lui è un medico, sono tutte medicine quelle che vedete nelle foto, anche qui mi offrono il te e poi il melone. Arriva anche un signore e lui mi spiega che cercava un rimedio tipo viagra…tutto il mondo è paese
mi lascia i suoi estremi ed io faccio altrettanto: in un futuro vorrebbe venire in Italia, ma gli serve una lettera d’invito per ottenere il visto da parte di qualcuno che risieda in Italia, vedremo
sono le 10 e aprono i negozi e faccio quindi sostituire il filo del contachilometri
Parto e penso che sarà difficile riuscire a fare in un giorno i 400 km o giù di lì che mi separano da Manali. Verso mezzogiorno il maledetto filo ci molla nuovamente: né velocità, né km. Mi fermo a pranzo
e due signori col turbante mi accompagnano poi dal meccanico che in 20 minuti sostituisce il tutto
Ad Ambala spariscono le indicazioni per Chandigarrh e quindi Manali. Chiedo per Manali, ma mi viene indicata una strada “alternativa”, ma non me ne posso accorgere, la mia mappa dell’India 1:3.750.000 ha dei limiti In sostanza è accaduto questo
quando ho iniziato a capire che qualcosa non andava avevo già percorso più di un’ora di strada. Inizio a cercare qualcuno cui chiedere e miracolo, mi sono fermato proprio davanti a un concessionario ufficiale della Royal Enfield…ahh mi era passato di mente, ennesima rottura del contachilometri
il problema era proprio il contachilometri e me ne mettono uno nuovo, 800 rupie in tutto( 13€)
il proprietario della concessionaria mi conferma che ho un poco allungato e mi fornisce una dettagliata mappa per ritornare nella giusta direzione
fa davvero caldo e quindi guido senza guanti: errore, il giorno dopo mi ritroverò le mani un poco ustionate. Sono nello stato indiano dell’Himachal Pradesh, dove non lo so, ma sono in alto, viene sera e noto che fino al buio nessuno praticamente accende le luci per strada, poi anche di notte ogni tanto alcuni girano senza luci. Verso le nove mi fermo in un hotel e mi chiedono 1500 rupie per una singola: 24 €, uno sproposito. Faccio per andarmene e cala a 1200: bene è sicuramente il caso di andare via. Dopo mezz’ora sulla mia sx vedo l’hotel Diamond e dall’aspetto e le macchine parcheggiate fuori sento che non mi tradirà: 300 rupie. Per la cena al ristorante dell’albergo (ci sono solo io) 139 rupie
mercoledì 8 luglio Ho circa 250 km da fare per arrivare a Manali, da dove inizia la highway che mi porterà a Leh nel Ladak
autogrill
poco dopo ho incontrato una processione di fedeli (questo è il periodo in India) e mi hanno regalato una specie di collana di pelo multicolore portafortuna …che io ho subito legato alla moto
i suonatori di tamburo erano davvero scatenati
Proseguo lungo la N21
un’altra processione
arrivo a Manali nel primo pomeriggio: abbastanza caotica e stracolma di turisti e vedo parecchi motociclisti. La città è il punto di partenza obbligato per percorrere la strada che porta a Leh, nel Ladak. Agenzie di viaggio, uffici di cambio e negozi di souvenir ovunque. La città è divisa in 2 parti, Old Manali e New Manali. La mia guida indicava alcuni posti nella Old e mi dirigo lì. Dopo un poco però mi scoccio a cercare l’indirizzo esatto e chiedo. I primi prezzi sulle 1000 rupie mi sembrano un poco alti, anche per il fatto che vedo un sacco di ragazzi di ogni nazionalità e mi sembra strano spendano quella cifra. Una coppia di israeliani che fermo a caso mi indicano la GH Getta Cottage con stanze a 300 rupie: è la mia. Ha anche il posto per la moto.
Ultima modifica di momi20 il Sab 10 Dic 2011 - 18:38 - modificato 2 volte.
figaro Utente Esperto
Numero di messaggi : 1306 Data d'iscrizione : 16.10.08 Età : 70 Località : Roma
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Gio 23 Set 2010 - 8:32
madonna Maurì... quanto sei matto un'estante a pancia all'aria vicino casa no eh...!? non so se sono più inquietanti i ristoranti o i meccanici però potevi prendere la Vespa "indiana"... come ti è venuto in mente di avventurarti sul quel "cancello" dell'Enfield? aspetto le prossime puntate
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Gio 23 Set 2010 - 8:59
figaro ha scritto:
madonna Maurì... quanto sei matto un'estante a pancia all'aria vicino casa no eh...!? non so se sono più inquietanti i ristoranti o i meccanici però potevi prendere la Vespa "indiana"... come ti è venuto in mente di avventurarti sul quel "cancello" dell'Enfield? aspetto le prossime puntate
Sui tratti dell'Hymalaia con fango e acqua una vespa non la vedo tanto bene. La Enfield era comunque una delle moto che avevo valutato per l'acquisto nel 2008, ma poi ho ripiegato sul DR. Il fatto principale è che on line ero riuscito a trovare solo la Enfield con i comandi come le nostre moto, cioè cambio a sx e freno a dx: non mi sono fidato a prendere una moto coi comandi rovesciati. Oltre al fatto di dover guidare a sx.
Noise Utente Medio
Numero di messaggi : 167 Data d'iscrizione : 03.07.08 Età : 49 Località : Torino
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Gio 23 Set 2010 - 11:03
Beh.. che dire, ancora grazie per questo bellissimo, avvincente e soprattutto dettagliato resoconto del tuo ultimo viaggio in India!!
Grande Momi!! davvero!!
Andrea
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Gio 23 Set 2010 - 11:55
Noisemaker ha scritto:
Beh.. che dire, ancora grazie per questo bellissimo, avvincente e soprattutto dettagliato resoconto del tuo ultimo viaggio in India!!
Grande Momi!! davvero!!
Andrea
Uff, avevo un poco paura che non mi avreste perdonato il "tradimento" verso il DR, visto che ho viaggiato con una Enfield
pommy Nuovo Utente
Numero di messaggi : 38 Data d'iscrizione : 11.09.10
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Gio 23 Set 2010 - 12:00
Io definirei questo viaggio al dir poco avvincente
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Gio 23 Set 2010 - 20:37
pommy ha scritto:
Io definirei questo viaggio al dir poco avvincente
Grazie, allora proseguo Per la mia prima cena a Manali scelgo il pollo, il colore rosso è dato dalla salsa in cui viene lasciato a macerare, prima che ve lo cuociano al momento
Alla sera avevo parlato con dei biker della mia GH, che da una settimana aspettavano a Manali il momento per poter partire per Leh dato che per la pioggia la strada era bloccata e mi avevano detto che potevo andare assieme a loro. Partivano però alle 4 del mattino, per poter essere il prima possibile al primo passo. Io ho deciso che mi serviva almeno un giorno per organizzarmi, ad esempio le taniche piccole da 5 lt per il supplemento di benzina, necessario nel tratto che da Tandi in poi non avrebbe presentato distributori per 376 km. Poi, volevo comunque far dare un’occhiata alla moto e vedere Manali. Inoltre ho capito che non sarebbe stato un problema trovare altri bikers cui accodarsi, fanno tutti così i motociclisti che arrivano a manali se sono da soli. Vado a letto, anche se in camera non sono proprio da solo, ma insomma
Venerdì 9 luglio Mattina in piedi presto e vado al bazar a gironzolare e a vedere di trovare una piccola serie di cose da portare con me
alla fine compro un poco di verdura che integro con dei noodle presi in un negozio/ristorante vicino alla mia GH
utilizzo posate “piatto” e bicchiere comprati nella ferramenta al bazar
poi decido anche di fare il bucato. In viaggio potete ricavare una “lavatrice” semplicemente insaponando gli abiti dentro a un secchio d’acqua e poi usando il piede per meglio strofinare i vestiti: non lo consiglio per le giacche!
Nel pomeriggio ho visitato un tempio
e poi ho fatto controllare la moto da un meccanico. A proposito era interessato alla mia guida e anche a lui l’anno prima era capitato un ragazzo che in cambio di una tariffa ridotta gli aveva promesso di citarlo nella Lonely Placet
per cena, ma secondo voi cosa può esserci di meglio per un Momi che papparsi dei Momo caldi ?
Conosco dei biker indiani e loro domenica mattina presto partono, va bene anche per me, in fondo un altro giorno a Manali si può fare. Gentilissimi mi hanno subito aiutato a controllare la fornitura dei pezzi di ricambio fornitami a Delhi, così finalmente capisco esattamente cosa ho dietro, visto che non li avevo mai guardati.
Sabato 10 luglio
Al mattino decido di fare un giretto in moto nella direzione del Rothang La (3980 mt), il primo passo che si incontra nella direzione di Leh: sono 39 km, ma voglio solamente fare un giretto, senza arrivare là. Il sedere si è lamentato pesantemente nell’ultimo tratto, la sella fa davvero schifo e quindi compro una di quelle coperte imbottite, che potrebbe anche servire per improvvisare un giaciglio durante il viaggio
poi nel pomeriggio vado a scoprire un poco la città: è come essere in Tibet
Il monastero tibetano
Sul muro è scritto quello che sta facendo il governo cinese in Tibet, che in pratica è un genocidio senza spargimento di sangue: portando sempre più cinesi ora i Tibetani sono una minoranza e gradatamente della loro cultura rimarrà solo ciò che il governo centrale deciderà di salvare
show room in pieno centro di Manali
Ultima modifica di momi20 il Sab 10 Dic 2011 - 18:44 - modificato 1 volta.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Gio 23 Set 2010 - 20:38
Domenica 11 luglio
Levataccia alle 4 e dopo mezz’ora la moto è pronta per la partenza verso Leh
Manish, uno dei biker indiani con cui viaggerò verso Leh
iniziano i primi pensieri del tipo “strada di m****”, “ma non potevo andare al mare ?”
poi a un certo punto vediamo una colonna…una frana blocca la strada e subito stanno arrivando i primi venditori ambulanti
Khanduri ( altro biker del mio gruppo) si riposa un poco
niente da fare al pomeriggio stanno ancora lavorando
autisti e turisti in attesa
questo era della polizia, ormai siamo diventati amici
Alla fine torniamo a Manali per passare la notte: in albergo ho una tv a colori che più o meno funziona e guardo la finale dei mondiali.
Lunedì 12 La strada è ancora bloccata, inutile provare ad andare su, tenteremo domani, anche se ogni martedì la strada Manali – Leh è chiusa al traffico per manutenzione, ma dopo così tanti giorni di blocco forse le autorità saranno un poco più elastiche
Al pomeriggio abbiamo fatto un giro in un posto dove si possono fare delle discese in parapendio e altre attività
torniamo per la notte a Manali…e già meglio controllare un rumorino che sentivo ai freni: niente di che 10 minuti e tutto è a posto
questi dolci erano spettacolari
2 dei 5 ragazzi indiani decidono di cambiare itinerario in quanto hanno perso troppo tempo, così siamo in 4 io, Manish, Khanduri e Hashis
martedì 13 Ci alziamo stavolta alle 3 di notte per riuscire ad arrivare al punto della frana tra i primi …la strada non è eccessivamente migliorata e di nuovo mi sciroppo il tratto ultra fangoso: mi sto poi allenando penso
Allegria, non solo c’è ancora la frana, ma visto che ieri la strada era stata parzialmente liberata un camion della Indian Oil ha tentato di passare e un’altra frana lo ha centrato, così adesso la strada è doppiamente bloccata
Ultima modifica di momi20 il Sab 10 Dic 2011 - 18:56 - modificato 1 volta.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Gio 23 Set 2010 - 20:39
le mie precedenti vacanze in Birmania, Laos, Cambogia, Cina e Giappone mi hanno insegnato che in certi momenti non si può far altro che aspettare e comunque i camionisti indiani sono gentilissimi e ci ospitano dentro le loro cabine ed io ho l’occasione di scoprire un piccolo mondo
vedete questo è un forellino che va col diesel e che ogni camion ha con sé per preparare da mangiare o il tè, il chati, che in India viene preparato facendo bollire l’acqua cui viene aggiunto il latte liofilizzato e poi il tè
Il problema è che c’è una compagnia di trasporti che fornisce alla Indian Oil camion e conducenti per il trasporto dei carburanti. Gli autisti però devono provvedere personalmente al mangiare a loro spese, quindi questi giorni di fermo sono una mazzata non retribuita: per darvi un’idea erano già 4 giorni che dormivano nei camion a 3000 mt. Qualche piccolo furgoncino stracarico di viveri arriva all’inizio della coda per vendere
Dei camionisti mi hanno insegnato a preparare il tè
nel pomeriggio arrivano i militari con dei mezzi speciali. La loro prima idea sarebbe di buttare il camion giù dalla montagna e quindi liberare con la solita dinamite la strada e poi far arrivare i bulldozer. A me sembra un’ottima idea, anche per il fatto che questa è l’unica strada fra Manali e Leh e anche solo il blocco del transito dei turisti è un danno economico. Purtroppo il padrone della compagnia dei trasporti deve essere una persona potente e con molte amicizie: non ne vuole sapere di perdere un camion, quindi i militari lo devono fissare, farlo slittare un poco fuori sulla scarpata, liberare la strada per permettere il passaggio dei mezzi leggeri e poi recuperarlo. Pazzesco
Gli altri vorrebbero tornare a Manali per la notte, ma io dico che proprio non ci penso e preferisco dormire in una delle cabine dei camion, anche per il fatto che quando la strada era stata liberata parzialmente, prima che la frana colpisse il camion, alcune moto in attesa erano riuscite a passare. E poi che vado a fare a Manali ? Coi camionisti e la gente che aspetta lì si sta benissimo e poi non ho voglia di rifare una terza volta quel tratto di pantano. Alla fine rimangono anche loro e si aggiungono un biker indiano Roti che fa la guida, una sua amica americana Lua, anche lei in moto e un altro ragazzo cui i due facevano appunto da guide verso Leh Night party nel camion
per dormire mi è toccato il posto dell’autista..posso appoggiarmi al volante.
Mercoledì 14
Guardate in che razza di “tende” devono dormire gli operai della manutenzione stradale a 3000 mt: credo davvero che qualche politico indiano dovrebbe vergognarsi. Non credo che comprare qualche tenda sarebbe una spesa insostenibile, che vergogna
procede il lavoro dei militari
siesta dopo pranzo
nel primo pomeriggio iniziano a poter passare alcuni piccoli veicoli e tutti i biker si preparano
io passo per primo e qui invece è passata Lua
se Dio vuole siamo riusciti a superare il primo passo il Rothang La a 3900 mt e festeggiamo in una dhaba tutti assieme. Le Dhaba sono dei piccoli “locali”, delle tende principalmente frequentate da camionisti e viaggiatori, dove con prezzi davvero minimi si trovano pasti caldi, dolci, acqua ecc…
vi metto la mappa del percorso da Manali a Leh che sono 475 km
a notte fonda siamo dal classico cartello di Tandi che segnala l’ultimo distributore prima di Leh..una foto qui penso l’abbiano fatta centinaia di biker
verso le undici arriviamo a Keylong e Roti aveva già prenotato delle camere, cena e poi a letto
Ultima modifica di momi20 il Mer 14 Dic 2011 - 19:42 - modificato 2 volte.
willycamony Nuovo Utente
Numero di messaggi : 39 Data d'iscrizione : 19.09.10
Titolo: Eccezionale Ven 24 Set 2010 - 7:54
Grande Momi! Se penso a quelli che perdono giornate sul forum a chiedersi se sul fango vanno meglio le Pirelli delle Michelin, piuttosto che le Metzeler o le Dunlop, e quale sia la più bella mascherina per il faro, MI VIENE PROPRIO DA SORRIDERE! Aspetto con ansia il resto del racconto.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Ven 24 Set 2010 - 8:11
willycamony ha scritto:
Grande Momi! Se penso a quelli che perdono giornate sul forum a chiedersi se sul fango vanno meglio le Pirelli delle Michelin, piuttosto che le Metzeler o le Dunlop, e quale sia la più bella mascherina per il faro, MI VIENE PROPRIO DA SORRIDERE! Aspetto con ansia il resto del racconto.
Io invece passavo le giornate a chiedermi se sul fango andavo meglio io o un'altro pilota
figaro Utente Esperto
Numero di messaggi : 1306 Data d'iscrizione : 16.10.08 Età : 70 Località : Roma
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Ven 24 Set 2010 - 8:58
la cosa bella - come al solito... - sembra essere la gente, gentile e solidale il tuo portapacchi è un capolavoro e si capisce che i para - gambe/motore non stanno lì per bellezza... gli insetti (uno sembra un maggiolino e l'altro un parassita della frutta ) mi sembrano il pericolo minore per il tuo sistema immunitario oramai devi avere un assortimento di anticorpi che ti mette al riparo praticamente da tutto
Antonio1460 Utente Esperto
Numero di messaggi : 565 Data d'iscrizione : 10.12.09
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Ven 24 Set 2010 - 12:35
Quanto vorrei avere il coraggio di farmi portare da Te! A pensarci bene secondo me Tu riesci ad incarnare al meglio lo spirito intrinseco della "motocicletta". Mi accontento di sognare leggendo i Tuoi resoconti e degli altri "viaggiatori".
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Ven 24 Set 2010 - 16:58
Un paio di video delle puntate precedenti, qui siamo nel tratto di strada bloccato dopo Manali La preparazione dei dolci a Manali
Giovedì 15 Mi alzo presto (ormai l’età si sente) e lascio a dormire il mio compagno di camera e vado a far colazione nella dining room della nostra GH: panorama spettacolare
voglio tornare indietro a Tandi che è 7 km a sud di Keylong, per fare il pieno e riempire le 2 taniche da 5 lt: da qui a Leh ci sono oltre 370 km e questa è l’ultima stazione di rifornimento. Prima di partire mi fermo ad osservare il lavoro di questi muratori indiani: alcuni spaccano le pietre e poi donne e uomini le portano per costruire un muro. Hanno dei bambini piccoli con loro, immagino che il servizio dell’asilo nido non esista in India, o perlomeno in queste zone. Uno degli addetti alla frantumazione dei blocchi ogni tanto scherza coi bambini.
partenza, sono solo 7 km….dopo 13 (ecco l’utilità del contachilometri), ragionevole dubbio: dove sto andando ?
dalla parte sbagliata ovviamente, torno indietro e stavolta imbocco la svolta giusta
Torno alla GH che gli altri stanno facendo colazione e poi ripartiamo. Io sono in coda e mi fermo per una foto alla città di Keylong
e poi via di nuovo verso l’ignoto, orizzonti e terre sconosciute…magari la moto non riparte. Ho premuto il pulsante rosso di emergenza ? No Benzina ? Appena fatto il pieno Forse cambiando la candela, chissà. Tiro fuori i ricambi, tolgo il cappellotto , tiro fuori la candela di riserva: mannaggia è diversa…accidenti al noleggiatore. Spingere la moto fino alla città è un problema, visto che avevo attraversato un corso d’acqua profondo. Lasciarla lì coi bagagli non è il caso. Camminare coi bagagli…se proprio non si ferma nessuno. Un’auto si ferma e gli chiedo se può andare a chiamare un meccanico dicendogli di venire lì. Dopo mezz’ora nulla. Allora fermo una motoretta e davvero la gentilezza è totale. Il signore mi accompagna in città, lasciando sua sorella che aveva in sella a dare un’occhiata alla moto. In venti minuti sono di nuovo lì col meccanico che cambia la candela. Gli faccio vedere la mia di scorta: è la stessa, bastava svitare il coprolino superiore. Capita ad essere ignoranti dal punto di vista meccanico. Alla fine ho perso un paio di orette, parto sperando di recuperare gli altri del gruppo
alla fine mi riunisco al gruppo, si erano fermati da una Dhaba per il pranzo
abitazioni degli operai stradali
Io riparto per primo, col fatto che mi fermo più spesso degli altri a far foto è meglio che stia davanti
Pausa cricket
questo sasso si è proprio fermato in mezzo
questo video da un’idea dei problemi su questa strada..e non è stato nemmeno uno dei passaggi peggiori
a un certo punto Lua era un poco in difficoltà essendo caduta in un attraversamento di acqua, allora le ho dato i miei guanti, e poi guardate come le ho risolto il problema delle calze bagnate, visto che lei non le aveva pesanti di ricambio e anche le mie erano bagnate
ormai col sole calato arriviamo alla località di Bharatpur un gruppo di dhaba e ci sistemiamo in una per la notte
venerdì 16
partiamo presto con l’intento di provare ad arrivare a Leh. C’è il passo del Lachunglang ( 5016 mt)
sosta per la colazione e Manish scalda i piedi
autogrill
ti pareva che prima del passo non avremmo trovato una frana ?
fatto sono oltre i 5000 mt, una sciocchezza
i primi ad essere arrivati siamo stati io e Lua. Mentre aspettiamo gli altri mi inizia a sanguinare il naso: mi ero accorto che le narici si erano completamente seccate all’interno. Questo problema l’ho sempre avuto fin da bambino quando andavo a sciare a Cervinia, però quando arriva anche Roti (la guida) lui può rimanere con Lua ad aspettare gli altri e decidiamo che io è meglio scenda: potrebbero essere anche i sintomi del mal di montagna. Meglio non rischiare. Li aspetterò un 2000 metri più in basso, facendo anche attenzione a non scendere troppo velocemente
dopo circa un’oretta arrivo da un gruppetto di casette sui due lati della strada, ci sono alcuni ristoranti ed alberghi a conduzione familiare. Mi fermo prendo una bottiglia d’acqua e del tè e mi siedo ad aspettare gli altri. Improvvisamente riprende a sanguinare in maniera abbastanza copiosa il sangue. Un motociclista mi offre delle salviette, premo la narice, ma non si ferma del tutto. Non posso poi fare altro che continuare e vedere se trovo un posto dove farmi visitare. In una qualche maniera con gli altri ci rivedremo a Leh. Non ho maniera di avvisarli, in quanto nella zona del Jammu-Kashmir i cellulari stranieri a scheda non funzionano. Avevo pensato a comprare una scheda locale, ma poi mi avevano spiegato che non avrei comunque potuto inviare sms in Italia, ma solo comunicare con telefoni della regione. Il fatto è che fino a leh non c’erano più possibilità di alloggio in quanto tutti i centri abitati erano delle basi militari, con posti dove mangiare, ma non per dormire.
Poi attraversando una di queste cittadine/basi credo Khorn vedo il simbolo della croce rossa: è un ‘ospedale militare e perché poi non provare ? Entro con la moto, parcheggio e poi vado all’accettazione e spiego il mio problema. Mi dicono di aspettare che arriva l’ufficiale medico. Dopo mezz’ora un tenente medico mi visita, conferma che non è mal di montagna, ma che la disidratazione all’interno delle narici è un problema comune a quelle altitudini. Mi da anche le medicine e la ricetta per prendere altre cose a Leh: purtroppo se voglio un letto devo arrivare là. Quanto devo ? Niente, felici di avermi aiutato. La ricetta della visita
poi devo ripartire e in un modo o l’altro arrivare a Leh. Lungo la strada accompagno anche per alcuni km un monaco che aveva bisogno di un passaggio. Arrivo a Leh che son le nove di sera, buio e senza bene idea di come sia disposta la città. Salendo a un certo punto passo una specie di grande porta e ritengo di essere nella città vecchia, poi qualche luce e incredibilmente un’agenzia di viaggi aperta: parleranno bene inglese. Entro e già che ci sono gli chiedo anche per il permesso per il passo del Khardung La il più alto uno dei punti in cui mi ero prefissato di arrivare. Per arrivarci bisogna chiedere un permesso speciale. Ci vediamo poi domani e il titolare mi fa accompagnare da una GH lì vicino. Mi danno la camera, anche per il fatto che ci sono solo io, non vengono molti turisti stranieri qui mi dice la signora che gestisce il posto. Butto la roba come capita per terra
poi esco in moto per cercare qualcosa da mangiare. Nella strada di prima è quasi tutto chiuso, solo un negozietto aperto. Il giorno dopo capisco che ero vicino alla città nuova dove con la presenza dei turisti non avrei avuto problemi, ma vallo a sapere. Entro nel negozio e da mangiare hanno solo delle confezioni di patatine: ne prendo una. Vedo dei succhi di frutta: bottiglia da un litro e mezzo. Avevo con me dei biscotti e del muesli, ma non mi andava. In camera divoro le patatine e bevo d’un fiato il succo di frutta, combinazione micidiale. Dopo nemmeno mezz’ora che ero andato a letto mi sveglio e mi salva il fatto che ho il bagno in camera: le cascate del Niagara. Ok visto il menù era prevedibile. Almeno mi sono svuotato: errore. Arriverò al mattino con altre 5 volate in bagno. Penso che comunque mi accadrebbe anche in Italia con una cena del genere.
Ultima modifica di momi20 il Mer 14 Dic 2011 - 20:02 - modificato 1 volta.
Vixt Utente Esperto
Numero di messaggi : 3559 Data d'iscrizione : 23.06.08 Età : 49 Località : Sassari
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Sab 25 Set 2010 - 7:35
Ciao Momi. Finalmente riesco ad usare una connessione decente per vedere foto e video del tuo racconto di viaggio. Anche questa volta sono veramente rapito dal tuo modo di viaggiare e devo dire che quei posti mi sembrano molto più belli i quelli dell'altro viaggio.
Della royal enfiel avevo già letto diverse cose ed in molti dicono che è una gran moto. Sono sicuro che con quel fondo il tuo DR avrebbe fatto una significativa differenza,tuttavia la scelta della Enfield è secondo me più oculata per la reperibilità di "personale specializzato" e "attrezzature specifiche" per le eventuali riparazioni della suddetta (sono volutamente sarcastico,ma le tue foto non tradiscono la qualità del "servizio" ). Magari il DR pur essendo più agile,se ti avesse dato qualche noia sarebbe stato più difficile sistemarlo,senza contare le spese di gestione tra spedizione del mezzo e quantaltro. Insomma,ribadisco,hai fatto un ottima scelta.
La parte relativa alla frana e all'ospitalità dei camionisti è molto avvincente.
Spero di rileggerti al più presto col seguito del viaggio.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Sab 25 Set 2010 - 7:46
Guarda quando mi si è rotto il filo della frizione(che poi me l'ha detto il meccanico quando mi sono fermato dicendogli che stavo facendo un pò fatica a cambiare) non mi sono meravigliato: spesso per uscire dai tratti con l'acqua e nel fango, avevo sfrizionato come un dannato. Dentro di me ho pensato"cavoli se ha tenuto". Il costo per spedire e riportare indietro la moto era davvero eccessivo.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Sab 25 Set 2010 - 12:23
Sabato 17 L’aspetto della mia camera non è migliorato molto anche dopo il mio risveglio
Devo anche pensare a comprare dei pantaloni antiacqua: i miei si sono strappati. La strada della mia GH è molto animata, ripasso dall’agenzia e mi faccio dire cosa serve per chiedere il permesso, poi compro dei pantaloni che tanto antipioggia mi sa non sono, ma almeno serviranno contro il vento assieme ai miei jeans
poi la colazione, con la mappa della città della mia guida arrivo nella nuova Leh e finalmente capisco come è fatta la città, in alto si vede il Leh Palace una replica in piccolo del Potala di Lasha in Tibet
per le stradine della città stanno sfornando vari tipi di pane
non di solo pane vive l’uomo hanno detto una volta
Ultima modifica di momi20 il Lun 26 Dic 2011 - 19:03 - modificato 2 volte.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Sab 25 Set 2010 - 12:24
Pane e formaggio a pranzo sulla veranda della mia camera
nel pomeriggio mentre vado al distributore vedo per strada Manish, Khandori e Hashis: io spiego che non ho potuto aspettarli, ma loro hanno dormito prima di Leh, in quanto il ragazzo cui Roti e Lua stavano facendo da guida, aveva forato sul Tanglang La e avevano dovuto smontare la ruota, scendere fino da un meccanico, ripararla, tornare in cima e rimontarla. Roti e Lua avevano già l’albergo prenotato, ma per 250 rupie a testa scelgono anche loro la mia GH. Verso sera ci ritroviamo tutti assieme e decido anch’io di fare il permesso per il Khardung La e la Numbra Valley assieme a loro:l’agenzia ce lo consegna a mezzogiorno domani. Al massimo invece che 3 starò 2 giorni nella Numbra Valley…è ormai una settimana che ho rinunciato a stilare una tabella di marcia: è inutile. Andiamo poi in una specie di bar all’aperto a Manali nuova a bere qualcosa
Oggi è domenica, problemi, file, l’ufficio è mezzo aperto e mezzo chiuso…alla fine niente da fare per i permessi, domani: vabbè pazienza. Locale vincente non si cambia
Domenica 17 Mi alzo presto, nemmeno le sei di mattina, perché voglio andare a vedere nel viale principale della nuova città l’arrivo delle donne che vendono frutta e verdura sedute sul bordo del marciapiede, le avevo viste il giorno prima nel pomeriggio e ho immaginato arrivassero nella prima mattinata A dire il vero arrivo anche prima, per strada non c’è quasi nessuno
a parte un gruppo di persone davanti alla moschea in fondo alla strada
voglio capire chi sono, anche se immagino siano persone che lavorano alla manutenzione stradale. Non è facile, nessuno parla inglese, poi col frasario riesco a far leggere la parola lavoro e mimando un poco alla fine ci salto fuori. Stanno aspettando i camion che li porteranno al lavoro
torno sulla strada principale
arrivano le fruttivendole
al pomeriggio cambiano tutti lato della strada per rimanere all’ombra, infatti ineri le avevo viste dall’altra parte
la porta dell’ingresso alla città vecchia
pranzo al ristorante con gli altri: incredibile anche i tovaglioli
i permessi proprio a mezzogiorno non sono pronti, giretto per le bancarelle lì vicino
mentre riprendevo questa bimba, mi muovevo lateralmente da una parte all’altra e lei mi seguiva ripetendo i miei movimenti
Ultima modifica di momi20 il Lun 26 Dic 2011 - 19:10 - modificato 1 volta.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Sab 25 Set 2010 - 12:25
lunedì 19
Al mattino accompagno gli altri dal meccanico. Lua aveva tamponato Roti abbastanza in velocità e quindi le due moto sono un poco ammaccate: gli altri le fanno controllare
io posso andare all’agenzia per vedere di avere i permessi subito, aveva parlato delle 10. Foto storica: alle 14.00 il permesso è pronto.
Ormai ho perso un poco di tempo per questo permesso e quindi decido di partire da solo, arrivare al Khardung La che dista solo 39 km e tornare a dormire a Leh. Devo anche pensare ad arrivare a Srinagar e Jaipur e Agra e il Taj Mahal: non posso rimanere 3 giorni nella Numbra Valley come avevo pensato. Mi metto d’accordo con gli altri e ci salutiamo: torno alla GH scarico la moto e gli comunico che mi fermo a dormire lì per la notte. Mi prendo un paio di giorni per andare da Leh a Srinagar. Fra andare e tornare dal passo arriverei in città verso tardo pomeriggio, non avrebbe senso partire. Via con la visiera aperta e il cielo splendente
dopo 8 km tutti fermi…toh una frana…mi pareva strano. La cosa confortante è che gli operai hanno lavorato tutta la notte, in quanto domani arriva nella Numbra Valley il Dalai Lama in persona e quindi assolutamente bisogna riuscire a far ripartire il traffico
Esattamente dopo nemmeno un’ora, come aveva detto un poliziotto si può ripartire e mentre salgo non scatto tante foto, voglio proprio godermi il momento dell’arrivo, le farò poi scendendo
Alla fine ci arrivo anch’io a questo benedetto passo che è il più alto carrozzabile al mondo per gli indiani, ma non in assoluto il più alto, ma gli altri non si possono percorrere con ogni veicolo…ma chi se ne frega. C’è anche gente arrivata in mountain bike, moto, auto pulman suv, ma ci sono anch’io. Nulla di epico o estremo, ma sono davvero molto contento di aver portato la mia Enfield fin qui
Ultima modifica di momi20 il Lun 26 Dic 2011 - 19:14 - modificato 2 volte.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Lun 27 Set 2010 - 21:14
Inizio il ritorno a Leh, prendendomi il tempo necessario per le foto, tanto ormai riesco ad accendere la moto anche da seduto e quindi non devo spegnere, scendere mettere sul cavalletto: incredibile, ho imparato in soli 12 giorni.
Questi hanno fatto più fatica di me
dei segnali stradali !!!!!!!!!!!!!!!!!
sono rientrato a Leh che era di nuovo disponibile la benzina ai distributori ( mi viene in mente l’Uzbekistan), un po’ di coda, ma le moto le servono più frequentemente delle auto
visto che c’era ancora luce, sono andato nei violetti della città a vedere se sarebbe stato possibile riparare la lampo della mia antivento arancione e il sarto mi dice che non ci sono problemi, solo di rimanere un attimo a guardargli il negozio, mentre lui andava a cercare la lampo adatta
la mia ultima cena a Leh, domani si va a Srinagar
martedì 20 luglio
parto al mattino presto per Srinagar, sono 423 km e sicuramente non è possibile farli in un giorno, capirai se non capita almeno una piccola frana, inoltre so che c’è anche un punto in cui bisogna registrarsi, un tratto in cui il traffico va a senso alternato al mattino e al pomeriggio, insomma mi prendo già 2 giorni
inizialmente la strada è nuova di zecca
non c’è poi tanto affollamento lungo questa strada e mi fermo per una foto
poi riparto e sento la pedivella dell’avviamento che vola via: mi chino e non la vedo ! Alla faccia del dio del fanale, penso dentro di me. Poi scendo e vedo che è finita sotto alla moto. Stranamente non inizio a piangere disperatamente che è sempre la mia prima reazione istintiva quando accade qualcosa d’imprevisto con la moto. Impossibile che l’abbia spezzata: infatti si è solo sfilata. Tiro fuori gli attrezzi e prima di aprire il sacchetto con le chiavi e cacciaviti tocco la scritta sul fanale. Evviva fra le 5 chiavi inglesi a mia disposizione c’è anche quella che serva per i bulloni che tenevano ferma la pedivella. Incredibile riesco a ripartire.
come sosta lungo la strada ho fatto una deviazione per Alchi, circa 69 km a ovest di leh, per visitare l’Alchi Choskor uno dei più famosi monumenti buddisti, i templi detti Gompa, presenti in Tibet, Nepal, Ladakh e Bhutan
ohhh finalmente una frana che ostruisce la strada, iniziavo a sentirne la mancanza
questo gruppo di australiani aveva come capogruppo una donna e il loro itinerario prevedeva Manali-Leh-Srinagar e poi rientro in aereo…loro viaggiavano senza bagaglio, perché avevano macchina d’appoggio e meccanici al seguito
questi invece sono di Bologna, se qualcuno li riconosce
autogrill
evviva, vedo Kargil
porca boia ancora problemi stradali
da un poco sto facendo un poco fatica a cambiare e così cerco subito un meccanico, da dormire lo troverò poi dopo. Il problema è dato dal fatto che ho rotto il filo della frizione, ma ho il ricambio con me. Inconveniente che mi sembra più che normale: nei tratti fangosi e con l’acqua nei giorni scorsi ho usato in maniera smodata la frizione
trovo da dormire alla Paradise Guest House in Hospital Road, infatti di fronte ho l’ingresso dell’ospedale e capisco il perché di tutte le farmacie che avevo visto lungo la strada
la stanza e il parcheggio
ho la stanza, il parcheggio, il pieno e la moto sistemata, cosa volere di più ? Scartata l’ipotesi dell’amaro Lucano cerco un posto per la cena e scelgo questo albergo/ristorante sulla via centrale di Kargil
il cuoco
la cena
mercoledì 21
solita routine mattutina, mi alzo, bagno porto giù i bagagli, carico la moto, batteria ok, gomma forata…ma ti pareva ? La volta che la metto in una specie di parcheggio semi custodito, alè. Memore delle indicazioni ricevute a Delhi, tiro fuori la pompa a pedale e gonfio un poco la ruota. Carico tutto e pian pianino torno dal meccanico, del resto sono le 6,40 del mattino. Ovviamente è tutto chiuso, ma il meccanico è proprio vicino all’hotel dove ha soggiornato il gruppo degli australiani. Sono le sette e tutte le moto sono parcheggiate nel piazzale dell’hotel…metto anche la mia per uno scatto
i meccanici stanno accendendo una ad una le moto: gli chiedo come mai. Così quando i motociclisti hanno finito la colazione le moto sono già calde ! per curiosità chiedo al capomeccanico quanto costa a persona un viaggio organizzato così: mi dice che non lo sa, ma che solo per il noleggio della moto pagano 1100 rupie al giorno, il doppio del mio. Prima della partenza per la tappa giornaliera meeting davanti all’albergo per spiegare la tappa e i punti di sosta previsti per le foto
qualche motociclista ha addirittura dei contenitori di plastica riempiti d’acqua, fissati alla schiena e con un tubo di gomma, per poter bere senza togliere il casco, per evitare il problema della disidratazione a quelle quote: ecco questo mi è sembrato un poco esagerato. Tutti comunque tirano degli accidenti irripetibili alle Royal Enfield Finalmente apre il meccanico
lui però può solo smontare la ruota e mi manda con quella 50 mt più avanti dal gommista
gli do la camera d’aria di scorta (il mio kit è davvero completo) e poi penso che come 2 anni fa in Kirghigistan terrò quella riparata di scorta. Quando l’ha tirata fuori il gommista inizia a tagliare la parte di camera d’aria della valvola. Strano penso, il buco non era lì. Poi continua con le forbici e taglia tutta la camera d’arialungo il bordo interno. Alla fine è chiaro: lui non può riparare le camere d’aria e quindi infilerà in quella tagliata la mia di riserva, poi le infilerà entrambe nel pneumatico, in modo da proteggere la camera d’aria nuova.
torno dal meccanico con la ruota, la monto e parto verso le 9,30, non ho nemmeno poi perso troppo tempo, quasi un cambio gomme da GP.
Ogni tanto qualche problema capita anche agli altri
Quando mi sono fermato un attimo gli operai hanno insistito per farsi fotografare e poi mi hanno offerto uno spettacolo buttando benzina sul fuoco che preparava il catrame per la strada
poi raggiungo il passo dello Zoij La ( 3528 mt…ho trovato scritto così su internet) dove avevo letto che il traffico era regolato a senso alternato nelle 2 direzioni dalle 7 alle 14 e dalle 14 alle 7. La regola però riguarda solo i mezzi pesanti, gli altri possono girare sempre: l’ho poi imparato lì
inizia a spiovviginare mentre compilo il documento d’ingresso nella zona, riparto e alla fine l’acqua viene giù abbastanza forte: sosta per indossare la mia antipioggia
un’altra frana, tanto per non perdere l’abitudine
arrivo a Srinagar sotto un diluvio e avverto i ranocchi dentro ai miei scarponi: come mi aveva detto un’autista a Leh, la città è sotto un coprifuoco di 24h/24h, per le proteste sono già morte diverse persone, ma è bloccato solo l’accesso alla città. C’è una strada che le gira attorno e che poi porta a sud, costeggiando il Dal Lake. Sulla terraferma è pieno di alberghi e negozi di souvenir, mentre sulla parte del lago si vedono le house boat, case galleggianti trasformate in Guest House. Per andarci dovrei parcheggiare la moto, tirare giù i bagagli, caricare il tutto su una delle piccole imbarcazioni ancorate, attraversare lo specchio d’acqua e andare nella House Boat. Ci penso un’attimo e mi viene in mente che da bambino sono andato per anni con mio papà e i miei zii in una casa di legno coi pali di sostegno nell’acqua del fiume Po, nel ferrarese. Si andava a pescare e c’era una rete che andava da parte a parte della riva azionata da un motore e un barcone piatto con un motore fuoribordo. La notte c’erano i letti a castello di legno dentro la casa per dormire. Non vale la pena, almeno adesso visto che sono quasi le sei. Alle persone che mi offrono house boat ecc, dico che voglio un’albergo, massimo 250 rupie: trovato subito, mi do da fare per asciugare i vestiti.
Ultima modifica di momi20 il Lun 26 Dic 2011 - 19:34 - modificato 1 volta.
riccardofirenze Nuovo Utente
Numero di messaggi : 47 Data d'iscrizione : 21.06.09 Età : 67 Località : firenze
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Mar 28 Set 2010 - 19:00
Ciao Momi continua continua continua..... ti prego ancora una volta i tuoi viaggi sono .....magnifici. Ho scritto e cancellato un sacco di volte i complimenti, accorgendomi di essere banale, ma non mene frega niente: G R A N D E M O M I!!!!!!!!!!!!!!!!
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Mar 28 Set 2010 - 20:48
e io continuo
Sono completamente zuppo, ma dopo aver adeguatamente sistemato i vestiti sulla ventola, vado una mezz’oretta nell’internet point dell’albergo e poi esco a vedere la riva del Dal lake al di là del quale c’è la città di Srinagar
con queste imbarcazioni si raggiungono via acqua le houseboat oppure si naviga sul lago.
per cena pesce
da qui non si ha la minima percezione di quello che sta succedendo in città. Il Kashmir è al centro delle contese fra India e Pakistan fin dal 1947 ed a oggi sono state sostenute ben 4 guerre dai due stati. Supportando il separatismo kashmiro, il Pakistan obbliga l’India a mantenere nel territorio una parte consistente del suo esercito, che è meglio attrezzato e numeroso di quello pakistano. Alla fine però fra le vittime di questa situazione, anche una donna di Srinagar, colpita da un proiettile vagante nella sua abitazione. Resto dell’idea che anche quando ci sono ottime ragioni per scagliare delle pietre, così facendo torna indietro solo della violenza. Una volta Gandhi disse in una intervista che a chi credeva nella dottrina della non-violenza era chiesto molto di più che a un soldato, perché dovevi essere disposto a combattere ed anche morire per la tua causa, ma senza colpire il tuo avversario.
giovedì 22 Continua la pioggia: mi servono degli stivali di gomma, ma tutti i negozi della città sono chiusi (non potrei andarci comunque) e i negozi sulla riva del lago vendono solo souvenir. Riesco ad accordarmi con un conducente di tuk tuk che mi porta a casa sua e mi vende quelli di suo fratello. Torno all’hotel, carico la moto e parto per Jammu City
non è che si faccia prestissimo a liberare la strada col martello a mano
in questo periodo manifestazioni, processioni e pellegrinaggi a carattere religioso sono frequentissimi, coi fedeli che si spostano in massa
bufali on the street
stavo facendo un poco fatica a far entrare la folle, quindi sosta da un meccanico col cartello Royal Enfield: alla fine ha ritagliato con le forbici un rettangolo di lamierino e poi ha spessorato l’innesto del pedale frizione
arrivo tardi a Jammu City e mi ritrovo nella città vecchia: vedo delle bancarelle con del cibo. La camera la trovo poi dopo, ci ho messo quasi 10 ore per 292 km e ho proprio fame.
questa ho visto che la bevevo parecchia gente e così l’ho presa anch’io
una foto notturna al Raghunath Temple, uno dei più grandi dell’India del Nord
la chiusura per la notte della porta principale del mio albergo
venerdì 23
colazione, sono già le 6.30
vado al tempio a piedi, purtroppo non si può portare dentro la macchina fotografica
poi devo partire per Amritsar e cercare di arrivare in tempo per arrivare prima del tramonto a Wagah, l’unico punto di confine aperto tra India e Pakistan e dove ogni sera si svolge la cerimonia di chiusura della frontiera, che richiama grandi folle sui due lati confinanti dei paesi.
Finalmente una statua di Gandhi
foto di gruppo durante la sosta tè
alle 2 del pomeriggio riesco ad arrivare ad Amritsar, seguo le indicazioni per il monumento principale, il Golden Temple e poi arrivo alla stazione degli autobus, che dista poco più di un km.
Ultima modifica di momi20 il Lun 26 Dic 2011 - 19:44 - modificato 1 volta.
momi20 Utente Esperto
Numero di messaggi : 389 Data d'iscrizione : 18.09.08
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield Mar 28 Set 2010 - 20:51
nell’hotel vedo che il prezzo per una camera senza a/c è di 600 rupie, così dice il cartello della reception. Quando mi chiedono che stanza voglio, la chiedo senza a/c, cioè con la ventola, ma chiedo il prezzo. Mi dice 400, già meglio. La prendo e un ragazzo mi accompagna al mio piano in ascensore e poi mi chiede se sono di Calcutta o Bombay: gli dico che vengo dall’Italia. Lui insiste: “Si ma dove sei nato, Calcutta o Bombay ?” No sono italiano al 100%. Mi guarda sorpreso e mi dice che bisogna fare tutta la registrazione del passaporto, lo so lo so. Parto appena appoggiati i bagagli, Wagah è ad appena una trentina di km dalla città. Arrivo e noto subito tantissimi pulman: sono indiani venuti ad assistere alla cerimonia della chiusura della frontiera. Non si paga nulla per assistere alla cerimonia e bisogna solo darsi da fare per trovare posto a sedere. Ci sono vicino al cancello che divide i 2 paesi dei posti riservati ai turisti, ma io decido di vedermela in mezzo agli “ultras” indiani, sono un poco più lontano ma fa lo stesso. Un massacro, oltre 2 ore con un caldo infernale. In pratica per tutto il tempo una specie di vocalist locale con un microfono incita con ritornelli la folla che ripete entusiasta. Finita la cerimonia ho capito che è una specie di star, la gente passa a salutarlo e lo vuole assolutamente fotografare…dall’altra parte accade la stessa cosa con un vocalist pakistano. Prima fanno correre le donne presenti a coppie, con la bandiera indiana, per il viale che porta al cancello di frontiera, poi inizia tutto un cerimoniale con soldati che marciano verso il cancello, intonano canti nella più totale assordante bolgia di accompagnamento del pubblico, che va letteralmente in delirio.
quello con la camicia blu è il vocalist indiano
finita la cerimonia si può andare lungo il vialetto per avvicinarsi a fotografare il cancello
la foto forse non rende, ma la soldatessa era davvero carina
dalla mia posizione non era facile fare un video che rendesse bene l’idea della cerimonia, vi metto questo che ho trovato in rete della BBC
alla fine prima di andarmene ho comprato alcune copie del dvd ufficiale sulla cerimonia…ahh si la maglietta è color grigio chiaro, le parti scure sono quelle sudate
belli questi ghiaccioli indiani
alla sera sono nuovamente ad Amritsar e vado a mangiare qualcosa nella zona del Golden Temple. Parcheggio la moto in una zona obbligata. Quando la vado a riprendere non parte. Sono stanco e mi innervosisco “Ma che c…. hai adesso maledetta moto?”. Purtroppo mi scappa un cazzotto sul serbatoio: si piega un poco. Chiedo immediatamente scusa a tutte le divinità del paese e un’addetto del parcheggio viene da me e me la accende. Sono un cretino stanco
sabato 24 Solita sveglia verso le 6,30 e subito al Golden Temple. La città di Amritsar è la capitale della religione sikh e il Tempio d’Oro è per questi fedeli l’equivalente della Mecca per i musulmani.
il Golden Temple
all’entrata si depositano scarpe e zaini, ma si può portare dentro il marsupio: ci stanno macchina fotografica e guida, uno dei vantaggi delle ridotte dimensioni della Footprint. Ti offrono l’acqua e per entrare devi coprirti il capo con una bandana. La gente che esce le lascia in cestini appositi e tu ne puoi prendere una.
ecco questa è una foto importante, per il fatto che a volte una distrazione può rovinarti la giornata o parte della vacanza. Stupidamente mi fido troppo del mio gorilla pod e fisso la macchina fotografica ad una ringhiera. Autoscatto, corro a mettermi in posa, lampeggino, scatto. Fatta. Vedo la macchina che si inclina e cade a terra. Ovviamente la prendo e si è bloccata con l’obiettivo fuori.
Tolgo e reinserisco la batteria, la macchina si accende per un attimo e poi si spegne. Niente da fare. E io stavolta, non so perché non ho portato con me la macchina di scorta, la mia piccola HP da 4 megapixel. Poi in un’attimo penso al fatto se ciò fosse accaduto sulle zone montuose. Un disastro. Prendo la guida e vedo che c’è scritto Amritsar pop. 976.000. Possibile che in una città con quasi un milione di abitanti non sia possibile riparare una macchina fotografica ? Alla brutta ne comprerò un’altra economica. In viaggio sempre la macchina fotografica di scorta, specialmente se si viaggia da soli, piuttosto si lascia a casa un maglione.
Esco velocemente dal tempio, ora la priorità eè la macchina fotografica. Da un negozio fuori di macchine fotografiche, mi danno l’indirizzo di un negozio in grado di ripararla. Prendo un tuk tuk per andarci, visto che sono venuto a piedi al tempio. Arrivo sul posto, che poi è una bottega in un mercato coperto, ma il proprietario mi dice che al 99% dovrebbe essere in grado di ripararla. Nel caso non ci riesca, mi faccio spiegare dove andare a vedere una macchina fotografica. Nel vicino bazar ci sono dei negozi, ma i prezzi non sono poi molto abbordabili. Ci vogliono dai 90€ in su per trovare una macchina con almeno uno zoom da 4x in su. Intanto mi viene in mente che devo anche fare il cambio completo dell’olio nella moto, visto che sono arrivato ai 3000 km. La macchina verrà pronta per le 18,00, non prima. Torno all’albergo, e vado con la moto dal concessionario Enfield della città. Anche la moto viene pronta nel pomeriggio. Devo comunque dormire qui. Riesco a comprare una specie di attaccatutto, tipo Loctite in monodose e rientro in albergo verso mezzogiorno. Riparo la tuta antipioggia che si era strappata nei pantaloni e il posteriore del telefonino fracassato dall’ennesima caduta. Verso le 3 torno dal concessionario e aspetto leggendo e scrivendo la moto, che viene pronta alle 5. Torno dal fotografo e mi si apre il cuore: l’ha riparata, come nuova. 30 €.
Decido di tornare al Golden Temple per guardarlo di sera, poi mi ricordo che avevo letto un’altra cosa su Amritsar: il massacro al Jallianwala Bagh, un parco dove il 13 aprile del 1919, durante un festival religioso, il comandante di brigata inglese Reginald Dyer, fece aprire il fuoco sui civili ordinando di colpire per uccidere. Alla fine morirono 379 persone e oltre 1100 rimasero ferite. Il parco è ora un mausoleo commemorativo con una fiamma perenne. In un punto esiste ancora il muro originale coi fori del proiettile. Il tutto perché vigeva una norma che vietava gli assembramenti. Altra cosa agghiacciante il parco ha una sola entrata: bloccando quella i militari inglesi non lasciarono scampo ai civili.
poi torno al Golden Temple, per vederlo alla sera
ogni giorno a pranzo e cena una massa di volontari serve da mangiare gratis ai pellegrini. Io decido di mangiare lì , lasciando però un’offerta in denaro. Non mi sembra corretto mangiare senza dare nulla
la pulitura dei piatti
non perdono tempo
Ultima modifica di momi20 il Lun 26 Dic 2011 - 19:57 - modificato 1 volta.
Contenuto sponsorizzato
Titolo: Re: India, luglio 2010...con una Royal Enfield